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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CHI SI AIUTA DIO L'AIUTA.
   meccanici valenti nella loro adolescenza, il che contribuì, non ha dubbio, ai loro successi posteriori. Tale fu pure l'educazione prima dei grandi inventori ed artefici, di cui abbiam discorso nelle pagine precedenti, uomini in cui l'intelletto fu attivamente esercitato dalla pratica costante del lavoro manuale nell' adolescenza. Del resto gli operai che s'innalzarono al di sopra della classe in cui erano nati, per pigliar posto tra i lavoratori di categoria più puramente intellettiva, hanno sempre sentito un grande giovamento dalla loro prima educazione. Elihu Burrit, per esempio., pensa tuttora che il lavoro fisico è per lui necessaria concomitanza allo studio, e più d'una volta lasciò i libri per ripigliare il suo grembiale di cuoio e sudare all'incudine.
   La stessa opinione fu propugnata da Milnes, membro del Parlamento, in una adunanza recente dell' Istituto meccanico. « Io credo, diss'egli, che l'abitudine del lavoro meccanico preciso, serio, industre, sia un'ottima guida, un egregio avviamento ad un buon lavoro mentale ed intellettuale. Un buon operaio nelle cose materiali della vita sarà, se ha ingegno, un buon operaio nei lavori della mente; infatti gli uomini più notevoli, che s'innalzarono dagli infimi gradi della società, si contano non già fra gli ignari o gli orgogliosi, sì bene fra coloro che furono i più industri, i più attivi ed intelligenti nelle loro fatiche meccaniche. Io non credo nocivo al progresso intellettivo dell'uomo avere alcunché altro da fare; e se guardate alle classi superiori della società troverete il caso identico, vale a dire che l'uomo che ha occupazioni più attive è quello che più si segnala nella vita pubblica e diviene più utile al proprio paese »
   i Codesta osservazione di Milnes è corroborata dall' esempio, fra tanti altri del conte Cavour, il quale nella sua molteplice instan-