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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327
vantàggi DELL'KCONOMIA.
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superlativo, uè virtù eminenti; essa richiede soltanto una dose ordinaria di energia e di capacità. L'economia non è, alla fine, che lo spirito d'ordine applicato all' amministrazione degli affari domestici, cioè un po' di condotta, di regolarità, di prudenza, e la cura di evitare ogni specie di scialacquo. Lo spirito di economia fu spiegato in questi termini dal nostro divino Maestro : « Raccogliete le briciole che sono avanzate, sicché nulla se ne perda » La sua onnipotenza non isdegnava i piccoli particolari della vita; e nel momento stesso che rivelava alla moltitudine la sua potenza infinita, le insegnava la feconda lezione dell'economia, di cui tutti hanno sì grande bisogno.
Nè ciò è tutto; l'economia è anche il potere di rifiutarsi una soddisfazione presente per assicurarsi un maggior bene futuro, e, sotto questo rapporto, essa presenta la prevalenza della ragione sopra gli istinti brutali. L'economia è cosa assai differente dalla grettezza; che anzi, grazie a quella, noit possiamo esser generosi. L'economia non fa del denaro un idolo; ma lo considera semplicemente quale un utile agente. Come osservò il decano Swift, « bi-N sogna avere il danaro nella testa, non nel cuore. » L'economia può essere considerata figlia della prudenza, sorella della temperanza, madre delia libertà. Essa è eminentemente conservatrice — conservatrice dell'onestà di carattere, della felicità domestica e del benessere sociale. Essa calma l'irritazione e produce l'intima soddisfazione; rende gli uomini amici dell' ordine e della sicurezza pubblica; allevia le pene, e con ciò toglie agli agitatori i pretesti sui quali speculano, e rende inoffensivi gli appelli all'odio fra cittadini. Quando gli operai con la loro industria e frugalità abbiano conquistata l'indipendenza, cesseranno di guardare lo spettacolo dell'agiatezza altr! come un affronto, un'ingiustizia verso di loro, e
» S. Giovanni VI, 12.