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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   chi si aiuta dio l' aiuta.
   nobile ambizione è il fondamento di ogni vera grandezza di carattere. Una buona dose di energia rende 1' uomo capace di aprirsi una via nel mondo e di giungere alle più alte posizioni sociali. Essa è più efficace del genio, e puossi definire la vera potenza centrale nel carattere umano — è l'uomo stesso, in una parola. Essa dà impulso ad ogni sua azione, e forza ad ogni sua impresa. La vera speranza fondasi sopra di essa ; e questa è la speranza che sparge di soavi fragranze la vita. Tra le reliquie di Battle Abbry 1 si trova un elmo rotto con questa divisa : La speranza è la mia forza — che potrebb' essere la divisa di noi tutti. Guai al vile ! disse il figlio di Sirach ; ed in fatti non v' ha dote che agguagli il possesso d'un cuore saldo ed intrepido. Anco se non riesce in tutti i suoi sforzi, è una grata soddisfazione per l'uomo la coscienza di aver fatto tutto ciò che poteva e sapeva.
   Nella vita umile d'ogni giorno nulla è più bello e consolante del vedere un uomo opporre la pazienza al dolore, trionfare con la sola forza del suo carattere e proseguire con coraggio il proprio cammino anche quando gli sanguinano i piedi e vengongli manco le membra.
   I vaghi desiderii e le aspirazioni senza scopo affievoliscono i giovani spiriti, se non sono prontamente tradotti in fatti. Non basta aspettare, come molti fanno, che giunga Bluclicr t, ma bisogna agire frattanto, combattere e perseverare come fece Wellington. Quando si è formata una buona risoluzione, è necessario eseguirla con alacrità e senza balenare. In molte professioni la lotta e la fatica si devono sopportare allegramente come disciplina
   1 Quest'è l'abbazia che fu innalzata da Guglielmo il Conquistatore nel luogo della bnttaglia d' Hastings.
   2 È noto che l'arrivo di Blucher e de'suoi Prussiani decise della vittoria a Waterloo. Gli alleati non volevano attaccare aspettando che giungesse Blucher, la quale espressione divenne poi un proverbio. (Nota del Trad.)