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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   avventure di guglielmo phlpps.
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   Foley, Phipps fu più fortunato nella seconda spedizione, che nella prima. Ei giunse a Porto della Piata in vicinanza alle scogliere ove supponevasi avvenuto il naufragio. Dapprima costrusse con le proprie mani un palischermo saldissimo di ottoo dieci remi. Si dice ch'egli costruisse pure, per esplorare il fondo del mare, una macchina del genere di quelle che oggi conosciamo sotto il nome di campana del palombaro. Nei libri del tempo si facea già menzione di una macchina simile, ma Phipps non leggeva, e si può credere ch'egli cavò dalla propria immaginazione l'idea della macchina di cui aveva bisogno. Egli prese pure al suo servizio alcuni palombari indiani, la cui abilità a tuffarsi nel mare per la pesca delie perle era molto nota. Questi palombari esplorarono per molte settimane il fondo del mare ma senza successo, sinché un bel di un marinaio, guardando dal palischermo giù nelle acque chiare e trasparenti, scòrse una curiosa pianta marina in un punto che gli parve il crepaccio d'uno scoglio, e disse ad un palombaro indiano di spiccargliela. Questi, tornando su col-l'erba, riferì che molti cannoni di marina giacevano nello stesso luogo. Questa notizia fu accolta a prima giunta con incredulità; ma nuove investigazioni provarono eh' era vera. Si ripresero le ricerche, e ben presto un palombaro emerse dalle onde con in mano una solida sbarra d'argento. Phipps esclamò : « Sia ringraziato Iddio ! ora siamo tutti uomini ricchi! » I palombari si misero al lavoro con gran furia e in pochi giorni fu pescato un vero tesoro che ascendeva a 300,000 sterline (7,500,000) franchi, col quale Phipps fece ritorno in Inghilterra. Al suo arrivo fu suggerito al re di dar di piglio alla nave e al tesoro sotto il pretesto che Phipps, sollecitando il permesso di S. M., non avesse date informazioni giuste. Ma il re rispose che Phipps era un onest'uomo e ch'egli e i suoi compagni erano i padroni legittimi del tesoro trovato.
   Chi si aiuta Dio l'aiuta.