avventure di william phipps.
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   nel 1651. La sua famiglia contava ventisei ragazzi, di cui vent'uno maschi, i quali non aveano altra fortuna che la forza delle braccia, e il valore dell'animo. William, come avesse nelle vene una forte dose del sangue dei pirati danesi, non s'accontentava della pacifica vita del pastore, che dovette menare nella sua prima gioventù. Avventuroso e ardito per natura, egli ardeva dal desiderio di correre i mari ed il mondo. Cercò di arrolarsi come marinaio, non gli riuscì, e però si pose ancor garzone presso un costruttore di bastimento, dove imparò a fondo il mestiere, nel tempo stesso che occupava le poche ore di libertà nello studiare l'arte del leggere e dello scrivere. Finito il suo garzonato, andò a Boston, ed avendovi sposato una vedova con qualche fortuna, rizzò un piccolo cantiere per proprio conto, costruì un legno, e si diede per dieci anni a fare il laborioso commercio di piccolo cabotaggio. Un giorno, passando per le vie tortuose della vecchia Boston, ven-nergli uditi alcuni marinai che stavano parlando del naufragio , occorso di recente alle isole di Bahama, di un galeone spagnuolo carico di denaro. Il suo spirito intraprendente s'infiammò a quest'idea, e raccozzata una piccola ciurma salpò tosto per quelle isole. Egli trovò facilmente la nave naufragata, riuscì a ricuperare una gran parte del carico, ma ben poco danaro, sì che appena pagò le spese. Il suo spirito intraprendente era però eccitato, ed avendo risaputo che un altro e ben più ricco galeone era naufragato presso Porto della Piata, più di mezzo secolo innanzi, formò immediatamente il disegno di andarne in cerca, e ripescarne i sepolti tesori.
   Essendo però troppo povero per intraprendere un' impresa si diffìcile senza qualche potente aiuto, si trasferì in Inghilterra nella speranza di ottenerlo. La fama del successo ottenuto nel ricuperare gli avanzi del vascello naufragato presso la Bahama lo., avea preceduto. Egli si