riccardo foley.
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   nemmeno la sua famiglia, chè non avea partecipato a nessuno i suoi progetti, tanto temeva di non riuscire. Non avea che poco o punto di danaro, ma riusci tuttavia a recarsi a Hull, dove trovò il mezzo di farsi accettare a bordo d'un bastimento in partenza per un porto svedese. Il solo oggetto di valore che possedeva era il suo violino ; ed arrivato in Isvezia, riuscì, suonando il violino e cercando l'elemosina, a recarsi alle miniere di Danne-mora, vicino ad Upsala. Eccellente suonatore quanto simpatico camerata, non tardò ad insinuarsi nelle buone grazie degli operai delle fucine. Ricevuto da per tutto, testimonio oculare di tutti i lavori, ebbe ampie occasioni di raccogliere ogni sorta d' osservazioni, e di rendersi padrone, almeno lo credeva, dei nuovo processo della tagliatura del ferro. Dopo un soggiorno abbastanza prolungato da credersi sicuro del fatto suo, scomparve un bel giorno da Dannemora, come era scomparso precedentemente da Stourbridge, senza che nessuno sapesse dove fosse andato.
   Ritornato in Inghilterra, comunicò i risultati del suo viaggio ad alcune persone di Stourbridge, che ebbero abbastanza confidenza in lui da anticipargli i fondi ne-cessarii all' erezione di un' officina ed alla costruzione delle nuove macchine per tagliare il ferro. Ma allorquando tutto fu pronto, allorquando era venuto il momento di mettere in moto queste macchine, con grande dispiacere, e con grande disinganno <ìi tutti, e particolarmente di Riccardo Foley, si trovò che esse non an-davanij^o che per lo meno non tagliavano il ferro. Foley scomparve di nuovo; si credette che la vergogna e la mortificazione che gli avea dovuto far provare la difialta dei. suoi progetti gli avessero fatte abbandonare il paese per sempre. Ma nulla di tutto ciò: Foley, che si era semplicissimamente posto in capo che s'impadronirebbe <1&L