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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   chi si aiuta dio l' aiuta.
   in cui s'imbatteva. A questo modo impiegò parecchi mesi ad arrivare a Parigi, e quando alla fine vi arrivò, egli era in tale stato di spossatezza che cadde ammalato, e dovette andare a passar qualche tempo presso i suoi parenti ad Andelys, per ristabilire la sua salute. Vi restò un anno indi ritornò a Parigi coll'intenzione di recarsi di là a Roma. Ma non riuscì ad andare più in là di Firenze, e ritornò di nuovo a Parigi. Un secondo tentativo non gli riusci meglio; giacché questa volta non andò che sino a Lione. Del resto non lasciava sfuggire alcuna occasione di perfezionarsi nell'arte sua, e continuava a studiare ed a lavorare più assiduamente che mai.
   Dodici anni passarono cosi, anni di oscurità e di lavoro, anni di disinganni e probabilmente anche di privazioni. Alla lunga però Poussin riuscì a recarsi a Roma ed a forzare l'ingresso nella carriera gloriosa che gli era riservata. Egli studiò attentamente i vecchi maestri, e più particolarmente le statue antiche, la cui perfezione ammirabile gli causò viva impressione. Visse qualche tempo collo scultore Duquesnoi, che non era più ricco di lui, e lo aiutò a modellare delle figure sopra statue antiche. Con lui misurò alcune delle più celebri statue che si trovano a Roma, e specialmente quella dell' Antinoo; e si suppone che questa abitudine esercitasse ulteriormente una grande influenza sulla formazione del suo stile. Nello stesso tempo studiava 1' anatomia, disegnava dal vero, faceva una grande collezione di abbozzi rappresentando in posture ed attitudini diverse le persone che incontrava ; e mentre si abbandonava a questi lavori leggeva attentamente, per quanto poteva procurarseli, i libri che fanno autorità in materia d'arte.
   Durante questo periodo della sua vita continuò ad essere poverissimo, contentandosi, dice Filibien, di poca cosa pel suo nutrimento e pel suo mantenimento. Allora