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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327
benvenuto cell1ki.
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familiarizzandosi colle opere dei più gran maestri. Incastonava gioielli, ritoccava smalti, incideva suggelli, disegnava ed eseguiva ogni sorta di lavori in oro, in argento, in bronzo, e tutto ciò con un fare che nessun altro artista poteva uguagliare. Se sentiva parlare di un orefice diventato famoso in qualche ramo particolare dell' arte sua, egli non trovava riposo prima di averlo sorpassato. In questo modo riusci a rivaleggiare coll'uno per le medaglie, coll'altro per gli smalti, con un terzo pei gioielli: tanto che si può dire non esservi ramo della sua professione nel quale egli non si vedesse tenuto per eccellente.
Animato da un tale sentimento di sè stesso, non c'è. alla fine, nulla di strano che il Cellini arrivasse a fare tante cose. Era uomo di un' attività superlativa. Egli viaggiava molto', e noi lo troviamo ora a Firenze, ora a Roma, ora a Mantova, ora a Napoli, e di nuovo a Firenze, donde va a Venezia''e di là in Francia. Facendo tutti questi lunghi viaggi a cavallo non poteva portare con sè molti bagagli; sicché dovunque andasse, cominciava dal fabbricarsi i suoi proprii istrumenti. Non solo disegnava i suoi modelli, ma gli eseguiva, battendoli, scolpendoli, fondendoli e sagomandoli colle proprie mani. In verità i suoi lavori sono cosi visibilmente improntati del suggello del genio, che mai non avrebbero potuto essere disegnati da una persona ed eseguiti da un'altra. II più piccolo oggetto, — una fibbia da cinturino, un suggello, una medaglia da porre nel cappello, un semplice anello, un bottone, — diventava nelle sue mani un ammirabile capolavoro.
Egli stesso diede un notevole esempio della sua abilità come lavorante. Un chirurgo era venuto un giorno a casa l'orefice Raffaello del Moro per un'operazione ; e il Cellini, che era presente, avendo gettato uno sguardc