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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327
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chi si aiuta dio l' aiuta.
corte di Lorenzo dei Medici a Firenze, e la più alta ambizione che avesse pel suo Aglio Benvenuto era di farne un abile suonatore di flauto. Ma Giovanni, avendo per-' duto il suo posto, fu obbligato di far imparare un mestiere a suo figlio, e lo fece entrare come garzone presso un orefice. Il fanciullo, che non aveva aspettato fino allora per mostrare quanto gusto avesse pel disegno, si applicò diligentemente alla sua nuova occupazione, ed in poco tempo diventò un abile lavoratore. Essendo stato implicato in una rissa egli fu bandito dalla città per sei mesi ed andò a passare qualche tempo presso un altro padrone a Siena, dove si perfezionò vieppiù nei lavori da gioielliere e da orafo.
Tuttavia, siccome suo padre persisteva a voler fare di lui un compito suonatore di flauto, egli continuò a studiare questo istru mento, quantunque nel fondo del cuore lo detestasse. L'arte del disegno era quella ch'ei preferiva, e la coltivava con entusiasmo. Di ritorno a Firenze studiò accuratamente le opere di Leonardo da Vinci e di Michelangelo, e affine di perfezionarsi nell'arte di lavorare 1' oro fece il viaggio di Roma a piedi, non senza avere, lungo il cammino, ogni sorta di avventure.
Non istette a lungo assente da Firenze, e quando ritornò fu per godervi la riputazione dell'artista più valente nel lavorare i metalli preziosi; quindi le sue opere erano ricercate enormemente. Ma il suo temperamento irascibile lo metteva ad ogni tratto in mezzo alle zuffe ed alle coltellate, sicché trovavasi sovente obbligato di cercare salvezza nella fuga; fu di tale maniera ch'egli scappò da Firenze sotto le spoglie di un frate e riiùgiossi di nuovo a Siena, di dove più tardi passò a Roma.
Nella città eterna Cellini trovò potenti protettori ed entrò al servizio del papa nella duplice qualità.di orefice e di suonatore. Tuttavia costantemente si perfezionava,