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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327
davy e faraday.
•ammesso come assistente all'Istituto; e per tal modo, come quello d'Isaia sopra Eliseo, il manto del fortunato fattorino di farmacia cadde sopra le degne spalle del non men fortunato apprendista legatore di libri.
La nota seguente che Davy registrò nel suo taccuino, quando in età di circa vent'anni lavorava nel laboratorio del dottor Beddoes a Bristol, è sommamente caratteristica: «Io non ho ricchezze, nè influenza, nè nascita che mi raccomandino; però, se mi è dato di vivere, confido di riuscir non meno utile ai miei amici e a' miei simili, che se fossi nato con tutti questi vantaggi». Davy possedeva, come Faraday, la capacità di concentrare tutte le potenze del suo spirito nello studio pratico e sperimentale di un soggetto qualunque sotto tutti i suoi punti di vista: con tale facoltà si giunge pressoché sempre, mediante il lavoro e la riflessione paziente, a' più grandi risultati. Coleridge, il pensatore profondo, dice di Davy: « Avvi nel suo spirito un'energia ed un'elasticità che gli permettono di afferrare ed analizzare tutte le questioni, e di trarne tutte le legittime conseguenze. Ogni soggetto trova nella sua mente un principio di vitalità. I pensieri spuntano viventi come l'erba sotto i suoi passi ». E Davy dal canto suo disse di Coleridge, di cui apprezzava grandemente l'ingegno: «Col suo genio sublime, con le sue vaste idee, il suo cuore sensibile e la sua mente illuminata, egli rimarrà sempre vittima della mancanza d'ordine, di precisione e di regolarità » l.
Il grande Cuvier era un osservatore singolarmente esatto, attento e laborioso. Sin da fanciullo egli fu attratto
1 Coleridge, poeta, filosofo e critico profondo, il più dotto interprete di Shakespeare, siti quale scrisse un'opera capitale, mori in fatti vittima della sua sregolatezza e dell'abuso che l'oppio. (N. del Trad.).