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TEORICA
per la Tavola. Quest' opera è molto rara, ed apprezzabile più di qualunque altra delle antiche per la facilità e chiarezza dello stile, come anche per la copia di pratici esempi dello Zarlino, del Tigrini, d' Adriano Banchieri, di Scipione Cerreto « di Girolamo Diruta, tolti dalle loro opere. Ebbe il Zacconi diversi maestri, come apprendiamo dai seguenti passi della presente seconda Parte della Pratica di Musica. Così dunque si legge a car. 84: » Anch' io, quando da principio mi posi a questa » impresa d'imparar di musica, andando à Scola » dal Maestro di Capella di Pavia nell'anno 1583, » per sei mesi continui eh' io v' attendessi, non » potetti mai hauer gratia di poterlo imparare, » (cioè di far contrappunto a mente) e me ne » moriuo di gola per dire come sj suol dire. Onde » per un mio negocio conuenendomi andar a » Mantoua, ou' era Maestro di Capella Hippolito » Baccusi, andando da lui, e narrandoli il desi-» derio mio, ecc. s> Poscia a car. 83: « Frà i molti Scolari (nel numero » de' quali ero anch' io) c'hauea il Sig. Andrea » Gabriele degnissimo Organista di S. Marco, ve » n' era vno senza nominarlo eh' auendo fatto » molti Contrapunti ecc. » Fra molti luoghi notabili di quést' opera piacerai di rapportar il seguente che si trova a pag. 130: » Volendo dunque il Musico Scolare esser per-» l'etto Contrapuntista, bisognerà c' habbia le » quattro sudette conditioni, cioè: che vogli atten-» derci, & imparare; che studij continuatamente, » e non vn giorno ò dua, e poi stia le settimane » intiere senza mai studiare; che perseueri nel » fisso studiare, e non studij da beffe; e vltinia-» mente si deliberi di volerne riuscir singolare: » e se vi può aggiongere 1' emulazione, cioè di » studiare & imparare per superare il compagno, » questo sarà il condimento delle viuande darà » l'unico sapore. Io hò cognosciuto quattro Mu-» sici singolarissimi ne Contrapunti. Costanzo » Porta, Jaches Vuert., Hippolito Baccusi, e Ti-» burtio Massaino, amendui padri della mia re-» ligione. Costanzo Porta venne così raro e ce-» lebre, perche essendo Scolare di M. Adriano, » deliberò in detta professione d'auanzar ogn'altro » suo compagno e gran Scolare. Jaches Vuert, » venne anch' egli in detta professione altro tanto » singolare; perche essendo egli Maestro di Ca-» pella di Guilelmo Serenissimo Duca di Man-» tona, facendo detto Duca prolession di Musica, » e componendo molte cose, lo tenea svegghiato » si nelle cose de sudetti Contrapunti, che bene » spesso come dice il prouerbio li facea sudar il » fronte. Hippolito Baccusi viuendo mi disse. Che » stando egli per Molt' anni Maestro di Capella » del Domo di Mantoua, e praticando col sudetto » .ladies Vuert, studiando ad emulatione, si venne » in tutto e per tutto à perfettionare. Et vltima-» niente Ti burtio, Massaino stando in Venetia, e » capitandoui il sudetto llippoiito Baccusi che » pur all' liora frequentami detti studij de Con-» trapunti, e sentendoli à far tante cose esquisite » come vi facea, ci attese anch' egli si fattamente. » eli' appresso buoni Musici si acquistò anch' egli » non picciol nome. » Riporteremo per ultimo un altro squarcio come il troviamo a car. 102: « Nella Corto del Serenissimo » Carlo Arciduca d'Austria mio Padrone esson-» doni al tempo mio per vno delli due Organisti » eli' egli tenea Francescano Kuigo Mantouano. » vedendo io che più e più uolte egli hauea i » libri della partitura de Concerti in mano, non » suoi, ma de diuersi Autori; libri che sono della » Corte, e secondo che nell'offertorio della Messa, » o tavola si douean far Concerti, li diceuo; » Trottatone che voi n' liaueto il Concerto da farsi » quindi à poco, che ne fate più di questi libracci * in mano? Et egli. Oh Padre. Io vi sò dire, che » questo è il vero modo di studiare. E seguendo
» più oltre, mi dicea anco. Vedete queste parti-» ture, mi hanno sollecitato più di quattro volte > allo studio, ed hò fatto per esse molto più ac-» quisto di quello che voi credete. E pigliandone » indrizzo da lui, nel farlo anch' io, mi sono f giouato pur assai. E però dandolo io per prin-» cipal conseglio, n' essorto ogni scolare, perche » facendolo, in breue tempo s'auedrà dell'vtile, » e del guadagno eh' egli vi è per tare. Pare » alquanto molesto nel principio il dover partire » le compositioni altrui, ma poi quando si sono » fatte, 1' huom n' hà grand' appiacere^ecc. »
Il M.ro Prampolini con sua lettera del pino Marzo 1853 avanzava al Gaspari le seguenti notizie sul Zacconi, da esso attinte da Pesaro: « Compose » questi (cioè il Zacconi) un'opera musicale il » cui Manoscritto autografo si conserva nella » Biblioteca Oliveriana di Pesaro tra i Mss. » col n.° 559; eh'è di pagine 354 in foglio, ed » ha per titolo: canoni musicali, traili da di-» versi autori, con le loro divisioni ed interpre-» tazio)$L per comune utilità di coloro che bra-» mano di sopere ciò che a quest'arte appartiene, » composto dal P. Baccell.e Fr. Lodovico zac-» coni dell' Ordine Eremitano di S. Agostino da » Pesaro circa ranno 1583: Diviso in quattro » libri.
» L' Olivieri lasciò scritto: che la suddetta opera » venne stampata in Venezia, quanto alla prima » Parte nel 1592. presso Bartolomeo Carampelli ; » e in quanto alla Parte seco>ida nel 1622. presso » Jacomo Vincenzi. Siffatta notizia la fornisce » lo stesso P. Zacconi nell'Elenco eli'egli lasciò » delle sue Opere edite ed inedite; ed ò il Co-» dice ms. dell'Oliveriana n.° 503, che contiene » la Vita di lui, scritta da lui medesimo, ed è » autografo.
» Il P. Zacconi suddetto morì il 23 Marzo 1027 in » Fiorenzuola, diocesi di Pesaro, di un colpo » apopletico sui pulpito a mezza predica: e fu » sepolto in Pesaro nella chiesa del suo Órdine. » Ciò si raccoglie dai Codici niss. dell' Oliveriana » n.° 381, pag. 83; e n.° 390, pag. 137, tergo. »
Sin qui la lettera del Prampolini. Peraltro non concorda il titolo surriierito Canoni musicali coi titoli a stampa della prima e della seconda Parte della Pratica di Musica; per cui convien credere o che il manoscritto n.° 559 dell' Oliveriana di Pesaro sia tutt' altra opera, ovvero (ciò che par più verosimile) una parte della medesima, e probabilmente i Canoni che il Zacconi porta ad esempio nei Cap. 37 e segg. della Parte seconda della Pratica di Musica dalia pag. 170 in poi. Dobbiamo però esser grati a chi trasmise tali notizie da Pesaro, e in ispecie quella che stabilisce la morte di questo nostro celebre, autore. A questo proposito noteremo che in un Codice del Liceo, fra 1' opere dello Zacconi si cita ancor la seguente: Besolutioni, e Partiture di 110. Canoni sopra V Ave Maris stella di Francesco soriani M.r di capella di s. Pietro di noma, con le considerazioni in fine ad uno per uno fatte dal P. Ludov. zacconi da Pesaro dell'ordine Eremit. di s. Agostino 1625. in fol.
L' autore anonimo di tale notizia (che probabilmente fu quell'Olivieri, di cui s'ha un opuscolo contro 1' Eximeno e che fu amicissimo del 1\ Martini) sogghigno poi subito: Tutte parole di proprio pugno dell' Autore con il resto dell' Opera. Le osservazioni però che promette non sono terminate, non avendo fatto altro che sino all'Osservazione del 19. Canone. Fu Musico del serenisi. Arciduca Carlo di Baviera, e poi del sereniss. Guilelnio di. Baviera, a cui. è dedicato it primo Tomo. l)a tutto ciò possiamo asseverar francamente che il Zacconi lasciasse in ms. un'opera di Risoluzioni di Canoni, sebbene non la riducesse a compimento. I Canoni del Soriano uscirono in Iure culle stampe di Roma l'anno 1610.