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Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna - Volume I

Gaetano Gaspari
Libreria Romagnoli Dall'Acqua, 1890, pagine 417

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   TRATTATI
   DI MUSICA 257
   Opera quinta. - In Napoli, 1701. Presso il De Bonis, stampatore Arcivescovile -in fol. Otto carte non numerate in principio, poi facc. 219. ed in fine altre sei carte per V indice delle materie più particolari che si contengono nell' opera, e per P errata. La dedicatoria dell' autore ha la data di Napoli a 12 dì di Maggio 1701. A questa succede un curioso avviso dello Scorpione, che qui appresso trascriviamo in gran parte unicamente pel panegirico che in esso vien fatto della sua nazione calabrese. Eccolo :
   « A CHIUNQUE VUOL LEGGERE.
   Escono alla pubblica luce del mondo le mie Rifles-» sioni Armoniche: ma se tu immagini ch'io ciò » faccia per desiderio di fama, tu erri all' in-» grosso. Quantunque il nome di Professor di y> Musica, pizzichi alquanto dell' ambizioso; io » nulla di meno conosco, come si dice, intus cfe » in cute, me stesso. L'istituto di Minore eh' io » professo non ammette in me punto d'alterigia: » e la picciolezza del mio talento non vuol ch'io » tanto di me presuma. Fo pubbliche le mie fa-» tiche perciocché mi veggo in obbligo di farle » pubbliche: checché esser debba poi del mio » nome. Negar non posso che m' è stata sempre » a cuore sì nobil Facultà; qual grave fallo è » addunque il dimostrarne le glorie ? So che dalla » mia Nazion Calabrese ha ella ricevuto avanzo, » & ornamento non poco: or non debbo io per » dimoatranza di amorevol gratitudine pubblicare » i pregi della mia Genitrice? Per lo continuo » studio da me come si voglia impiegatovi, sti-
   > mano alcuni, e que' forse non pochi, eh' io » possa giovare altrui con far vedere in iscrittura
   > ciò che ha di considerabile questa eh' è la più » bella delle liberali discipline: perchè io pas-» serei pericolo d' essere imputato come invidioso, » se ne tacessi quanto vi ho scorto di ragguarde-» vole, e di confaccente al profitto di chiunque » la cognizion ne desidera. Vedeva già giunta » al sommo la stima che fassi a' nostri tempi y> de' suo' Professori: ma non potea d' altra parte » sofierire che i suo' professori con maraviglioso » silenzio non rendessono a quella, da cui erano » a sì alto segno innalzati quegli uflci di grato » animo, che richiede il naturai conoscimento, » se non il dovere di razionale.
   Ben io immagino che alcuni dal naso aguto saran » per ripigliarmi, avendo io detto che dalla Ca-» labria abbia la Musica avanzo & ornamento » ricevuto: ma convien che cotestoro non abbian » salutato ne pur dal limitare le Muse. E chi » non sa che '1 Principe della italica Filosofia » Pittagora, gran Coltivator della Musica, pas-
   > sato di Samo sua Patria in Crotone, & aven-» dola eletta per sua stanza, tanti, e sì grandi » allievi della sua dottrina arricchissevi, che non » potrà giammai lunghezza d' anni cancellare i » lor nomi, nè cessar la fama di celebrare i loro *• vanti ? E che diremo d' un Orfeo, e d' un Fi-
   > lolao Crotoniesi: l'uno lodato dall'Antichità » sino a' miracoli, e 1' altro 'maestro del gran » Platone ? Quali encomi non si daranno alla » Calabria per uno Aristone, e per un Glauco » da Reggio ? per un Eunomo, per uno Eurito, » e per un Senocrate da Locri, lumi inestinguibili » della Pittagorica scuola, i quali tutti di sì nobil » facultà seguaci, co' loro bei ritrovati maravi-» gliosainente arricchironla ì
   Nè paia strano ad alcuno che sì gravi filosofi della » Musica si dilettassono: perciocché, come vuol » Tima^ene, avanza ella l'antichità di tutte le
   Yol. I.
   » altre scienzie. Era ne' primi secoli colla co-» gnizione delle Divine cose congiunta: di sorte » che presso gli antichi i Musici, i Profeti, e i » Sapienti eran gli stessi. Ildicchè chi ne' pre-» cetti di essa ammaestrato non era, ignorante » affatto riputato veniva: siccome scrivono che » addivenisse a Temistocle: il quale invitato a » cantare, scusandosi di non saper di tal arte, » goffo ne fu perciò giudicato, E quindi vogliono » ch'avesse dirivo il proverbio: Cantare al Mirto, » che de' bietoloni si dice : conciosiecosacchè, » chiunque invitato a cantare, nel canto non am-
   > maestrato si dichiarava; preso in mano un » ramo di Mirto, come sù d' uno musicale stor-» mento, a cantar sù quello era forzato: cosa, » di cui niuna più obbrobriosa dir si poteva.
   » Odo altri c' ha per soverchia la mia fatica, per-» ciocché uomini d' alto grido han tal materia » trattata in guisa, che non par che gran fatto » si possa à loro insegnamenti altro aggiugnere. f> Io ciò non ardisco negare : ma pur ho speranza » che nè per tanto convenga al mio Libro il » cram.be recocta delie Paremie. Io mi sono in-» gegnato di darti nel primo Libro dell' Opera » notizie che forse meriteranno il tuo gradi-» mento : & ho proccurato di spiegar nel secondo » le cose più difficili dell' Arte, ma con metodo, » che a cui non ha gli occhi cisposi ben parrà » parto di nuovo studio .... Ma perciocché il » secolo abbonda di sfaccendati, che van facendo
   > inchiesta come per proprio uflcio, de'nei delle
   > altrui opere; protestomi, che con gli avverti-» menti che da me si propongono a* Compositori, » o a' Cantanti, o a' Suonatori, io non pretendo » di dar la minima taccia per niun conto a niuno, » Siccome piacemi eh' altri compatisca le mie » debolezze, così pur conviene eh' io compatisca » le altrui. Questa è legge d' umanità, dettatami » dalla ragione: e quando io passo a dare avvisi, » l'ho per obbligo di Carità, ch'io e come Cri-» stiano, e come Religioso debbo esercitare. La » Critica indiscreta, se è cosecrata a' Satiri, è
   » cosa da mezebestie.....Ho voluto di siffatte
   » cose informarti; acciocché non avessi contra » me precipitato qualche sinistro giudicio. Leggi, » e leggi con facil ciglio. Perciocché s'io non » ti vedrò increspar la fronte con severità da » Tragico, farò che in brieve escano alla luce » le mie istruzioni corali: sudori, che forse in-
   > centreranno il piacimento non solo degli Eccle-» siastici, ma anche de'Professori più pratici. » Addio. »
   Dal solo secondo libro di quest' opera trarrassi profitto dagli studiosi, perciocché il primo versa in cose di pura erudizione, ed è oltracciò scritto con uno stile che muove a riso.
   Eccone un saggio (car. 5): « Adamo dunque trà » mortali fu il primo che possedè la musica ; ma » perché volle, mentecatto che fù, ammettere
   > nel suo concerto il falsetto d' una serpe, che » con ingannevoli note li cantò quel lusinghevol
   » mottetto : Eritis sicut Dii scientes bonum, & -» malum, restò talmente illanguidito per p molle,
   » che venne a perdere il j^j quadro della perfetta » innocenza ecc. »
   Questo bel discorsetto è nella Riflessione seconda sopra V origine della musica.
   Scorpione Fra Domenico da Rossano in Calabria. Istruzioni Corali non meno utili che necessarie à chiunque desidera essere vero Professore del Canto Piano. Date alla luce dal Padre Fra Domenico Scorpione da Rossano, Maestro in Musica dell' Ordine de' Minori Conventuali di
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