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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CAPITOLO Vili
   213
   * * *
   L'eco degli attriti fra i vari ministri era subito conosciuta dalla Presidenza della Camera.
   Quando Giovanni Giolitti fu chiamato alle i Finanze per la prima volta, da Crispi, Finali, ministro dei Lavori Pubblici, chiedeva sette milioni in più, per il suo bilancio. Giolitti non voleva darli, e dimostrava come i Lavori Pubblici potessero farne a meno. Crispi propose allora a Giolitti di assumere l'interim al posto di Finali, giacché si sentiva così sicuro di far risparmiare la somma richiesta. Giolitti scrisse rifiutando l'interim, insistendo nel negare i sette milioni, e accennando pure a dimettersi qualora gli fosse stato imposto di concederli. Crispi accettò immediatamente le dimissioni, con un biglietto secco e conciso.
   Da questo episodio ebbe inizio il malanimo di Giolitti verso Crispi, malanimo che andò sempre più accentuandosi.
   * * *
   Di Rudinì innalzato dalla vice-presidenza della Camera alla Presidenza del Consiglio, sedutosi accanto a me, mi confidò sentirsi sicuro