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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   posito di non permettere il duello. Farmi e Paternò dovevano lottare in Cesarò con un carattere concentrato, educato a frenare le passioni sotto un'attitudine impassibile. Noi invece, avevamo a che fare con un loico, abilissimo nel mescolare al vero con sottile dialettica i suoi apprezzamenti subdoli, e che pretendeva richiamarci alla moralità giornalistica, di cui si proclamava, paladino. Dopo aver redatto verbali su verbali, senza mai riescire ad accontentare le suscettibilità dei nostri committenti, perduta alfine la pazienza, imponemmo il nostro verdetto, minacciando di piantare in asso i contendenti; essi allora si sottomisero, ma di malavoglia e brontolando.
   Cavallotti mi tolse per sempre la sua clientela in affari cavallereschi, rimproverando la mia ingenuità e troppa franchezza; dal canto mio lo assicurai che non mi sarei a lui più
   prestato. Del resto non ci affiatammo mai:
   * * *
   Un'analoga procedura voleva usare Prinetti, molti anni più tardi, prima di diventare ministro degli Esteri. Irritato per un articolo