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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CAPITOLO Vili
   183
   per la progettata impresa, e applicandomi pure con assiduità a studiare l'arabo.
   Trasferitomi a Casablanca, per completare le informazioni sull'itinerario da seguire, e intensificare i preparativi, le mie velleità di esploratore vennero soffocate nel modo più inatteso.
   Un giorno ebbi vaghezza di assaggiare Vhascisc-, e, secondo i riti, ingoiai la polvere verde ricavata dal seme della canape, prima della cena, onde risentirne gli effetti mercè il riscaldamento dello stomaco, prodotto dai cibi. Il potere inebriante del farmaco cominciò a svilupparsi dopo alcune tazze di thè. Steso sul letto, inerte, ma completamente desto, mi pareva di passeggiare sui prati e fra i boschi della terra natia, bizzarramente abbelliti. Vi incontravo i conoscenti, i miei cari, sotto strani aspetti; conversavo con loro: erano vivi e reali. Lo sforzo vano per sollevare le braccia immobilizzate, era fonte di gaiezza per me, come lo erano le immagini circostanti. La serie di allucinazioni si prolungò anche nel sonno, e furono solo interrotte all'alba, da un arabo, che venne ad avvertirmi dell'arrivo in porto del postale. Era questo un avvenimento atteso con viva emozione, ogni