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Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
stato quando non serve a nulla. Guai al pochi indigeni, che non hanno avuto tempo nè voglia di fuggire, e che si sono appiattati nelle loro sachei ! Il russo, inferocito per la resistenza incontrata e l'immagine dei compagni caduti, non risparmia nessuno : agli accovacciati un colpo di baionetta, ai fuggenti una palla. Sulla piazza, davanti alla rocca, uno strano spettacolo attraeva poi l'attenzione: i cantinieri e alcuni ebrei, persiani e afgani, che avevano seguita la spedizione, scassinate le imposte di certe botteghe, vi si erano installati e vi avevano avviato negozio. Il terrazzo in breve si animò per concorso di compratori e di venditori, e prese l'aspetto di un vero bazar, in cui si comperava, a grande ribasso, ogni sorta di roba.
Passate le ventiquattro ore del saccheggio, gli indigeni, pochi in principio, poi a frotte, rientrarono nel loro abitato, e si misero a ricomprare la loro proprietà, finendo magari a bere il thè col vincitore, al quale serbavano poco rancore, per aver esso risparmiato il taglio degli alberi di frutta nei giardini, gran provento della loro ricchezza.
Io ebbi in dono dal generale Abramoff, la gualdrappa e la briglia smaltata del destriero