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Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
CAPITOLO Vili
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sentazione. Verso le sette del mattino del giorno prefisso, gettata una zimarra indigena sugli abiti neri indossati per l'occasione, onde attraversare inosservato il bazar, seguii a passo di corsa il Mektar, venuto ad annunciare che il Kan aspettava. I miei servi portavano su bacili di rame il donativo d'uso, che l'etichetta prescriveva fosse composto di nove oggetti ; e che consisteva in un servizio da thè. Il Kan abitava un ampio padiglione ombreggiato da boschetti di gelsi. Al nostro arrivo una dozzina di cortigiani, avvolto il capo in enormi turbanti candidi, era accosciata su tappeti stesi nel piazzale davanti a delle tende; il cerimoniere, grande e grosso personaggio armato di lungo bastone, staccatosi dal gruppo mi fermò a cento passi circa dal padiglione^ sotto il quale si vedeva il Kan seduto su di un cuscino, e mi invitò ad ossequiarlo con un sa-ìem; poscia, tolti di mano ai servi i doni, e mostratili al popolo, sollevandoli sopra al capo, li depose ai piedi del Principe. Subito dopo il Mektar mi accompagnò ad una refezione di thè e di frutta, imbandita a cielo aperto, e mi presentò i doni del Kan: zimarre di adrass a vari colori, tessute con fili d'oro. A tanto si ridusse la presentazione al Kan.