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Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
caricate di mantenere l'ordine. La mia comparsa eccitò la curiosità generale: premuto da ogni parte dalla folla indiscreta mi dovetti rifugiare nella tenda di un orologiaio russo, che il Mektar fece subito circondare da un picchetto armato per salvaguardarmi; ma poco valse; il pubblico sfondava le file, per contemplarmi più da vicino. Per meglio ripararmi allora, vennero inviati due accoliti del carnefice, giovani giganteschi armati di enormi spadoni, i quali soli imposero rispetto agli indiscreti aminira-tori.
Nulla mai vidi di tanto strano e pittoresco quanto la singolare tamascià di Kokan. Cinque o sei mila soldati di fanteria con sul capo berretti a cono, avvolti in casacche di ogni colore, con brache corte, ricinti con una cintura, dalla quale pendeva il corno della polvere e altri svariatissimi arnesi, armati di fucili a miccia, a pietra, o di una pistola, o perfino di un cannoncino, di lame senza guaina, al suono di pifferi e di tamburi, con bandiere trapunte di mezzalune e di scimitarre, tentavano rozze imitazioni delle manovre russe. Un migliaio di cavalieri caracollava, compiendo fan-