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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   adottato il costume cosacco, scorazzavo nel piano e nelle valli. Ora dormivo sotto alla volta del cielo, ora sotto la jurta del kirghiso, bevendo il kumis (latte di cammello inacidito), e mangiando, con le dita, il pilaf. Nelle oasi ero ospitato da un ricco turcomanno. Il maestoso personaggio, il capo avvolto in un immenso turbante candido, il corpo in una zimarra di seta, con larghi calzoni ricamati, con una cintura tutta borchiata di argento da cui pendevano coltelli e borse di squisito lavoro, mi accoglieva in un padiglione del giardino ombroso, rinfrescato dalle linfe di una piscina. La sera mi offriva il tamascià, cioè lo spettacolo di danze lascive dei baccià, giovani ballerini, al suono dei pifferi e dei tamburelli. Bene accolto dagli ufficiali delle sotnie di cosacchi, assistevo alla pesca sotto al ghiaccio, alle battute di caccia ai fagiani.
   Capitò al Turkestan, in quel tempo, Michele Dimitrevich Skobeleff, allora semplice maggiore degli Ussari della Guardia. Ci legam'-mo di buona amicizia, ed egli con vivace genialità si compiacque raccontarmi le sue avventure, la sua mistica fiducia nei destini della santa Russia, le sue aspirazioni napoleoniche