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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CAPITOLO Vili
   155
   gli armenti, il porto natante, quindici giorni dopo aver lasciato Omsk2 e avendo percorso 1736 verste, entrammo finalmente in Vernoje, diventata ormai una fiorente città russa.
   Vernoje, ancora nel 1854, era un caravanserraglio, dove i mercanti tartari, cinesi, russi, depositavano i prodotti della Cina, il thè, la seta, il riso, provenienti dalla vicina Kulgià, grosso centro sull'Ili, per spargerli poi fra i kirghisi e nella Siberia. Il governo russo vi mandò dapprima un avamposto cosacco per salvaguardare gli interessi dei suoi negozianti; poi vi fabbricò una fortezza onde resistere alle incursioni del vicino Kan di Kokan.
   A Vernoje si incomincia a sentir ricordare incessantemente le imprese di Tamerlano, mescolate alle leggende delle conquiste di Alessandro il Grande, di cui il vicino lago Iskanderkul conserva con il nome, il ricordo.
   Rifocillatici nella ospitale cittadina, folta di albicocchi e di gelsi, tosto però dovemmo partire, e di nuovo mettemmo a dura prova i ta-rantass fra le roccie dei contrafforti della Ala-taprima, e fra le dune desolate presso il lago salato Balkasc. Finalmente, ai primi di agosto, giungemmo a Cemkent, ove l'amico mio Stefan