![]() ![]() ![]() ![]() |
|
Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
CAPITOLO Vili 167
la lena. L'iemscik profitta allora della sosta inevitabile, per rassettare gli arnesi, invariabilmente strappati e scomposti dall'impeto della corsa. i
La caccia alle gru, alle otarde, alle pernici, alle gazzelle, che folleggiano graziosamente in branchi numerosi, od alle anitre ed ai beccaccini, quando rasentiamo i fiumi e le paludi, ci appassiona e ci fornisce carne fresca. Or si colgono i fiori dei rosai, delle ginestre, della manna, dei cardi; or si ride della delusione serbataci dai miraggi; or si ammira, attoniti, il fenomeno imponente di una tromba di sabbia, che sale fino a confondersi con le nubi. Con viva curiosità contempliamo gli avanzi delle tombe di Osogopek, i cumuli misteriosi delle tribù scomparse dei Ciud, tema di tante leggende kirghise, le saline di Paulodar, e nella lontananza, all'estremo lembo orientale del lago Balkasc, vicino al fiume Lepsa, lo strato di sale che per molte verste copre gli stagni e il suolo, come un candido lenzuolo di neve.
Stefan ed io adoravamo il deserto. Le pianure sterili e solitarie della colta Europa, non possono in nessuna guisa renderne l'impressione. Il deserto si impone, quale un despota