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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   capitolo Vili
   149
   bestiame alla fiera della città più vicina, talvolta a cento o duecento verste; carovane interminabili di teleghe a un cavallo, che vengono da Kiatka, cariche di thè, o da Ecaterimburgo con l'oro, le pietre lavorate e il ferro delle numerose officine sparse negli Urali; famiglie intere di coltivatori che emigrano in cerca di miglior suolo, nella Siberia meridionale ed orientale, percorrendo tre o quattro mila verste con tutti i loro averi, calmi, tranquilli, fidenti nell'avvenire; convogli di deportati d'ogni razza e d'ogni colore, russi, tartari, polacchi, ebrei, zingari, uomini, donne, bambini, incatenati, sciolti, a piedi, accatastati sui carri, scortati da cosacchi e da soldati, che di cento in cento verste fanno tappa nella prigione di ricovero; tale è l'aspetto della strada. Nè manca finalmente il fuggitivo errabondo, evaso da quella galera patriarcale che è la Siberia, misto di crudeltà inaudite e di indulgenze pietose, il quale, nascondendosi di giorno, ricerca nella notte il cibo, per pia tradizione preparato dargli abitanti sui davanzali delle finestre dei loro tuguri.
   Al passaggio dei fiumi, larghi, lenti, nerastri, mentre si attende per lunghe ore il ri-