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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Firenze per indurre il Generale a ritirarsi di fronte al destino ineluttabile.
   Ed eccoci al mattino del 3 novembre.
   Un'ora dopo la mezzanotte arrivò un buttero, con un dispaccio urgente del comitato di insurrezione, che Basso svolse dalla stagnola e portò a Garibaldi, il quale dormiva profondamente. Era il dispaccio, redatto dal Cucchi, che rendeva conto di tutto il piano stabilito nel consiglio di guerra, tenuto la sera del 1° novembre fra i generali alleati, sotto la presidenza del Kan-zler; della decisione presa di attaccarci il mattino del 3; dell'ora della partenza, dell'ordine di marcia, i pontifici all'avanguardia, onore impetrato dal Charrette, i francesi in coda; insomma di tutto ciò che era opportuno sapere.
   Ma Garibaldi, sia per una sua idea preconcetta, sia, come altri afferma, dietro certe informazioni avute da Parigi, era intimamente convinto che i francesi non avrebbero marciato contro di lui; e però non credette al messaggio del Cucchi, malgrado la sua categorica precisione. Passò semplicemente il foglietto al Bezzi, di guardia quella notte al quartier generale, dicendogli di recapitarlo a Menotti; e non aggiunse altro.