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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CAPITOLO III _
   137
   simpegnando però un servizio abbastanza libero, ed acconciandomi la sera or accanto al Missori, ora con mio Padre, il quale, pur questa volta, non aveva saputo resistere alla tentazione di raggiungerci, ma che in verità poco tempo spendeva con me, essendo sopraffatto dalle incombenze che volontariamente si assumeva.
   Il 31 ottobre fu una giornata disastrosa, però che giunse a noi la nuova dell'ingresso dei francesi a Roma. Garibaldi rifece la strada da Castel Giubileo a Monterotondo, e l'ordine della ritirata ingenerò nei volontari tanta sfiducia, e ne accrebbe siffattamente il malumore, che lo sfasciamento delle bande, già segreto e sottile, si avviò su larga scala.
   Garibaldi, al 1° novembre, trasportò il suo quartier generale da casa Frosi al castello feudale dei Piombino, di cui don Ignazio Buon-compagni, in mezzo all'ossequio di più decine di guardiani, faceva gli onori con la stessa cavalleresca cortesia, con la quale, principe di Venosa, e senatore del Regno, accolse poi in Roma il fiore dell'aristocrazia mondiale.
   Il 2 io seguii Garibaldi a cavallo sin oltre Mentana. Al ritorno eravamo attesi da Corte, Sineo, Negretti e Costa, venuti appositamente da