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Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
CAPITOLO III _
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l'avviso. Dovevo inoltre raccomandargli che in qualunque modo, con qualunque mezzo, venisse iniziata una sommossa, per fornire in faccia all'Europa il pretesto agli italiani di intervenire con le truppe regolari e ristabilire l'ordine nella città.
Dopo le frottole che facevano il giro dei capannelli fiorentini, io mi aspettavo di trovar Roma sossopra; e però con meraviglia guardavo ai romani che accudivano, con la calma abituale, alle loro faccende. Ciò del resto era naturale, chè le masse ignoravano quanto già si preparava, e non ancora la rivoluzione era cominciata. Solo gli zuavi, con la arroganza del contegno, imprimevano una certa perturbazione alla fisionomia tranquilla della città.
Cucchi, di cui andai in cerca non appena fui giunto, forse accrebbe anch'egli nell'animo mio questa impressione di calma, perchè aveva l'aria del più pacifico cittadino della terra, le mille miglia lontano dal meditare una cospirazione. In verità, non ho mai visto un uomo più padrone di sè, più impassibile in mezzo ad ogni genere di pericoli e di emozioni, più freddo, quand'anche dovesse cascare il mondo. Garibaldi aveva avuto buon naso nel dare l'inca-