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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CAPITOLO III _
   123
   chi. Imparai, quivi, a distinguere il mango, il sabo gigantesco, il guiro che produce le cale-basse tanto utili ai negri, il dacota dal frutto bellissimo, il marne dal frutto buonissimo, l'albero del pane, il cedro dal legno tanto stimato, Vaguei, una liana crudele, che strozza la pianta su cui si arrampica, inguainandola nel suo fusto.
   Numerosi pappagaletti, los judios, ci ac-'compagnavano con incessante cinguettio, i colombi col loro tubamento amoroso; il garzas, Una gru dalle penne candide, ci guardava dall'alto della sua gruccia, e gli indispensabili urus appena si scansavano, per continuare poi subito impavidi il loro mestiere di spazzaturai.
   Potei esaminare una colonia di colcleiti, terribili insetti, che uccidono l'albero in cui nidificano; e una aragna peluda, enorme ed orribile, capace di succhiare il sangue anche agli Uccelli mosca.
   Con squisita cortesia fui accolto dai piantatori cubani nell'interno, alle loro aciende.
   A Las Cagnas, Don Juan Poeg mi offerse ospitalità da gran signore. SuìYacienda, vasta come una provincia, erano mantenuti un migliaio di negri, tra lavoratori e le loro famiglie, e un centinaio di asiaticos, ossia cinesi assoldati