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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CAPITOLO III _
   107
   se le avesse tutte famigliarmente praticate, e mi disse di aver percorso mezzo il mondo. Ogni venti passi, lungo Broadway, fermava un individuo, cavava un fascio di carte, scribacchiava due parole, concludeva un affare in furia sotto un androne, ripetendomi:
   — In America le faccende si trattano così. — Egli mi narrò delle fortune colossali fatte e disfatte in pochi minuti sui gradini della Borsa, con i titoli dei pozzi di petrolio e delle miniere; storie da mille e una notte.
   Entriamo in un magazzino di carrozze: che miracoli di leggerezza e che grazia di proporzioni ! Egli è amicone del proprietario. In un vasto deposito di pianoforti, il mio cicerone è come a casa sua. In una esposizione di quadri, egli è addirittura padrone. Ci arrestiamo dinanzi alle macerie fumanti di una fabbrica divorata dalle fiamme, per presentare le condoglianze al disgraziato proprietario. Eccoci, poco appresso, su e giù per le scale e gli ele-vators dei cinque piani della casa Cleslin, dove si vende di tutto, stringendo la mano a commessi e a direttori. Arriviamo al vecchio e meschino Post Office: una massa compatta fa coda allo sportello; dovrei aspettare il mio