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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   vallata, avendo il secondo per sostegno. Io guido il terzo a cavaliere dalla strada, ed ho a sostegno il quarto. C'inoltriamo di conserva; le palle incominciano a fischiare. M'imbatto nel sottotenente della rossa, Achille Prada, un caro giovinetto, che ancora studiava all'Università, il quale si ritirava con la sua mezza compagnia, in seguito all'ordine ricevuto. Gli dico dell'equivoco fatale, e del come invece convenga riprendere Yezza. Giubilando ei si mette al mio fianco, e le sue camicie rosse si mescolano alle mie casacche grigie.
   Prada ed io camminavamo in mezzo alla strada; le nostre uniformi di colore uiverso, offrivano un bersaglio distinto ai cacciatori nemici.
   Appoggiato alla sua spalla, io mostravo a lui, coll'indice teso, una fila austriaca, che saliva per una viottola della montagna, quando egli, stringendosi il ventre, esclama: « Sono morto ! » ; ed io ho appena il tempo di allungare il braccio, per impedirgli di stramazzare a terra.
   Un urto violento ad una spalla manda me a rotolare in un fossato.
   — È morto il capitano — odo ripetere. , — No, per Dio, non è morto, avanti! —