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| Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
CAPITOLO III _
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tano Adamoli, quando ne venisse l'avviso. » Infatti l'avviso di Garibaldi ci pervenne il 21. La ferrovia ci portò a Desenzano, donde si proseguì a piedi sino a Portese.
Il 22 giugno da Garibaldi ci fu ingiunto di raggiungere sollecitamente Rocca d'Anfo, ove il capitano Ergisto Bezzi, dello Stato Maggiore, ci avrebbe comunicate le istruzioni. Giunti però che fummo, il 24, a Rocca d'Anfo, il Bezzi che ci aspettava con due compagnie del 2° reggimento, insistette perchè si continuasse la marcia per raggiungere al più presto il confine, ma la stanchezza dei soldati, e la loro inesperienza, che rendeva l'attacco notturno difficile e pericoloso, consigliarono a rimandare l'operazione all'indomani.
La ragione per cui stava tanto a cuore a Garibaldi di passare il confine immancabilmente il 24, consisteva nel fatto che il generale era stato avvertito dal Lamarmora l'esercito regolare essere pronto per passare in massa il Mincio, in detta giornata. Anch'egli quindi intendeva passare la frontiera e invadere il Tirolo, nella medesima epoca.
Alla mattina del 25, i nostri passarono il ponte del Caffaro, che separava i due Stati, e,