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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   sulla spalla, attorcigliata nelle cinghie. Mi pare tli vederlo, quando chiamò Bernardi e me, perchè trascorrevamo innanzi alla ricerca di cibo, e ci raccomandò di non allontanarci dalla colonna per non smarrirci. Finalmente trovammo ad Aspromonte rifugio, in parecchi riunendoci nel casolare mezzo cadente dei Forestali.
   È passato il mezzogiorno del 29 agosto. Dal cascinale dei Forestali, Garibaldi si prepara a riprendere il cammino attraverso i pascoli e le foreste dell'Appennino. A un tratto, laggiù in fondo, come un nastro sottile, si vedono, serpeggiare per le pendici, le colonne delle truppe, e salire, salire sempre. Garibaldi stende i suoi volontari lungo il ciglio di un declivio erboso, con le spalle appoggiate al bosco che va in alto sino alla vetta della montagna; egli, insieme con lo Stato Maggiore, si tiene alla estrema sinistra della sua fronte.
   I soldati, giunti al limite inferiore del piano inclinato e scoperto, si spiegano in catena: l'istante fatale è scoccato. Di qua e di là, partono delle fucilate.
   Garibaldi fa suonare dalle sue trombe il segnale: «cessate il foc » ; ma non gli basta; chiama per nome me e gli altri e ci ingiunge di