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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CąPITOLO IV
   77
   tari, la sera del 25 aveva drizzato le prue al continente.
   Io ero salito a bordo del « Dispaccio ». Il vapore, sproporzionatamente carico in coperta, oscillava in modo inquietante, e ora una, ora l'altra ruota si tuffava in mare fino all'asse. Le manovre non erano possibili se almeno non si sgombravano i tamburi, ai quali si erano avviticchiati molti volontari. Garibaldi, dopo aver gridato invano a costoro di scendere sul ponte, anch'esso pieno zeppo, si spinse, Dio sa come, sul tamburo di destra, e lģ si diede a distribuire tutto intorno solenni nerbate, costringendo i riottosi a balzare, fra gli urli e le imprecazioni generali, sulle spalle di quei di sotto.
   Dopo aver navigato la notte, compimmo il nostro sbarco sulla costa di Calabria, poco lungi da Capo d'Armi. Camminammo tutto il giorno per la strada che conduce a Reggio, ma all'imbrunire, avvertiti da una commissione di cittadini che Reggio era piena di soldati, Garibaldi prese immantinente a destra, e su per il letto di un torrente, volse all'Appennino. Per due giorni ci aggirammo, con marce disastrose, sempre preceduti da Garibaldi, che camminava a piedi del suo passo cadenzato, con la sciabola