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Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
CAPITOLO III _
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dati, rosi dalla corruzione, tornati a casa, pre-feto si diedero alla macchia, iniziando quelle masnade di briganti che poi a lungo scorazzarono iper tutto l'Appennino meridionale, dalla Majella ialla Sila.
Lo sbandamento delle truppe del Ghģo, avendo allontanata ogni probabilitą di conflitto nelle Calabrie, ci permise di ricomporci e di raccogliere i compagni rimasti addietro, fermandoci un paio di giorni a Catanzaro, ove trovammo ospitalitą, larga e generosa. Il riposo a Catanzaro giungeva troppo tardi per me, estenuato dalle fatiche durante le prime marce sul continente, chč avevo dovuto in tutti quei giorni prestar servizio a piedi, ordinare i corpi nelle marce, stabilire gli accampamenti, provvedere ad ogni cosa in mezzo ad una ressa indescrivibile, fra proteste e recriminazioni che mai risuonarono pił alte. Il veleno della malaria mi si era infiltrato nel sangue durante le notti passate al sereno, e fui vinto. Colto da febbre perniciosa al primo arrivo in Cosenza, la mattina del 7 settembre, il giorno appunto in cui Garibaldi entrava in Napoli, mi si dovč di peso levar di sella per mettermi in letto, affidato alle cure dei buoni cosentini.