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Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
CAPITOLO III _
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cavamo di non tradire la vera destinazione del nostro legno. Dopo breve colloquiò, l'Agnetta tornava nella lancia, spinta a tutta lena, agitando Il fez che portava sempre, e gridando: « Garibaldi è entrato in Palermo ». E noi a levarci in piedi e a sporgerci dai parapetti, prorompendo in una acclamazione entusiastica.
Dato assetto alle nostre cose, il 30 maggio, innanzi giorno, levammo l'àncora, per l'ultima rotta della nostra spedizione. Filavamo diritti su la Sicilia.
Il giorno dopo accostammo alcune barche di pescatori, dai quali sapemmo che a Trapani, ove forse avremmo voluto far punta, era una forte guarnigione borbonica. Allora Agnetta e Lavarello decisero di volgere la prua a Marsala, nella fiducia di trovare una sorveglianza meno attiva; e in attesa della notte, fecero fermare le macchine e diedero mano ai preparativi per l'approdo.
I volontari vennero divisi in quattro squadre, di una delle quali fui capo. Poi si frugò in cerca delle uniformi, che speravamo fossero camicie rosse. Invece il Bertani aveva imbarcato una balla di camiciotti azzurri, di cotone, della guardia nazionale, coi rispettivi berretti...