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posteri. Il suo biografo prò/. Pannella chiede che Giulianova e Te-ramo ne eternino le sembianze nel marmo. E bellissime epigrafi, a ricordo dell'insigne teramano, hanno dettato i professori Vinciguerra e Mezucelli: epigrafi che vorremmo riportare se lo spazio ce lo consentisse.
Pertanto /' Istituto Tecnico di Teramo va lieto e orgoglioso di fregiarsi del nome di Vincenzo Comi, che, giustamente, è stato proposto alle giovani generazioni quale nobilissimo esempio di dome-stiche e civili virtù.
Ma noi vorremmo che, nel Comi, i nostri studenti vedessero ed amassero, non tanto lo scienziato e il patriota, quanto il cittadino pensoso della prosperità economica del suo paese, che, Egli, fin d'allora, intuiva poter scaturire soltanto dal lavoro applicato alla terra e ai suoi prodotti, mediante le industrie. Delle quali scriveva così:
« Sono esse, amabili figlie del genio e della pace, che bandiscono l'ozio, il peggiore dei vizii, contribuiscono al miglioramento del morale ed all'accrescimento della ricchezza nazionale. Non è oggi un problema, ma un assioma, che, dov'è maggiore l'industria, maggiore è la felicità, la potenza, la ricchezza».
Parole prò/etiche, degne d'esser ricordate e meditate! -