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ANNUARIO 1926-27
Istituto Tecnico 'V. Comi' di Teramo
Lina Rizzi e Enza Gallavotti-Damiani (a cura)
Tipografia Cioschi, 1928, pagine 109

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Gli antichi ci hanno tramandato, insieme ai rudimenti di una scienza forestale, un ricco patrimonio di selve che abbiamo il dovere di conservare anzi ingrandire. Qualche volta gli uomini, per i quali 1' aumento del benessere immediato — scriveva il Clave — sembra la legge suprema, non vogliono sapere che il mondo non è creato esclusivamente per essi, e che fra le ricchezze di cui godono senza scrupolo ve n' è taluna di cui non sono che i depositari e della quale debbono render conto ai discendenti. Questo è il caso delle foreste, che più d'ogni altra cosa attestano la solidarietà che lega le diverse generazioni. Chi semina la ghianda .— dice il Piccioli — non potrà recidere la quercia annosa. Noi non siamo che gli usufruttuari delle foreste e ogni nostro abuso di godimento dovrà essere pagato caro, un giorno, da coloro che verranno, perché i prodotti boschivi non s'improvvisano come un magnifico discorso fiorito. È dovere di una generazione custodire anzi ingrandire la ricchezza forestale a beneficio non solo proprio ma specialmente dei discendenti, e ogni consumo inconsulto o abusivo, ogni trascuratezza non è solamente danno immediato ma specialmente futuro : ce lo insegna Victor Hugo con una frase scultorea: « C'est la substan-ce mème du peuple qu' emporte ici goutte a goutte, là a flots, le miserable vomissement de nos fleuves dans la mer ». Chi abbatte un albero senza piantarne due commette un delitto contro 1' umanità e mostra di avere la stessa coscienza morale dello storico egoista Luigi XI il cui programma disgraziato era sintetizzato nel noto aforisma, che era anche il suo programma di Stato: «apres moi le déluge ». E tagliando alberi il diluvio viene davvero perché i nubifragi devastatori non possono essere allontanati e frenati che dalle foreste.
   Purtroppo in Italia non e' è stata, fino a poco tempo fa una a coscienza forestale » ; dopo aver distrutto molte selve, il popolo italiano si è finalmente ricordato di provvedere alla con-

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