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forse col loro mormorio che essi sono le ceneri organizzate dei nostri padri antichi. Lo stesso poeta Bertacchi ribadisce l'idea d'Omero:
....... e vede Omero negli alterni eventi
della selva che muore e si ricrea morir, tornare, rimorir le genti.
Anche Cicerone credeva che, separate dai corpi mortali, le anime dei buoni continuassero a vivere umbriformi, allacciate dal destino al luogo ove giaceva la loro salma.
S'immaginava perciò di consolare i superstiti ponendo il corpo dei cari estinti sotto gli alberi, affinchè disciolto e decomposto in umori fosse assorbito dalle radici, e la materia di cui era costituito tornasse a vivere nelle piante.
È questa la pietosa origine dei parchi della rimembranza che oggi consacriamo ai nostri eroi. Questa credenza, altamente affettuosa, simile ali' aroma che imbalsama ciò eh' è morto per conservarlo ali' idolatria delle memorie, poggia sul principio della perpetuità degli elementi della materia, donde la cara illusione e la speranza che in un albero al quale s' affida un diletto cadavere ne avvenga l'immedesimazione e quasi l'apoteosi; così che i posteri potessero rivivere nell'albero, se non l'anima stessa o la persona identica al defunto, almeno parte della sua sostanza compenetrata nella maestà verde d'una chioma rigogliosa.
Alto valore avevano nell' antichità le corone, simboli di gloria e- di vittoria. Euripide scrive, che se bello è il trionfare al corso dei cocchi, bellissimo è:
Venir dal banditore ad alta voce vincitor celebrato, e in sui capelli intrecciato portar serto d'olivo.
I trionfatori romani portavano in frpnte, corone d'alloro; quando non si concedeva il trionfo ma solo. 1' ovazione, si com-