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Salve, dea Soma ! Chi disconosceti cerchiato ha il senno di fredda tenebra, e a lui nel reo cuore germoglia torpida la selva di barbarie.
Salve, dea Roma ! chinato a i ruderi del Foro, io seguo con dolci lacrime e adoro i tuoi sparsi vestėgi, patria, diva, santa genitrice,
san cittadino per te a. Italia, per te poeta, madre de i popoli, che desti il tuo spirito al mondo, che Italia improntasti di tua gloria.
Ecco, a te questa, che tu di libere genti facesti nome uno, Italia, ritorna, e s' abbraccia al tuo petto, affisa ne' tuoi d' aquila occhi.
E tu dal colle fatai pe 'I tacito Foro le braccia porgi marmoree, a la figlia liberatrice additando le colonne e gli archi :
gli archi che nuovi trionfi aspettano non pių di regi, non pių di Cesari, e non di catene attorcenti braccia umane su gli eburnei carri ;