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ANNUARIO 1926-27
Istituto Tecnico 'V. Comi' di Teramo
Lina Rizzi e Enza Gallavotti-Damiani (a cura)
Tipografia Cioschi, 1928, pagine 109

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Verranno. E ricombatteranno. Sì, o Roma, i gloriosi fanciulli d' Italia, quelli che furono uccisi, mietuti quale spighe viventi nelle prime giornate del 1915, come quelli che perirono nei foschi giorni d'inverno, nella melma ghiacciata delle trincee, ed anche quelli, forse ancor più da compiangere perché hanno più a lungo sofferto, che caddero nelle ultime battaglie, tendendo le mani nell' ebbrezza dell' inseguimento, per afferrare la vittoria così a lungo ribelle ai loro sacrifici, rispondendo a l'appello della Patria, essi verranno a salvare quella che tutti consideriamo come la gemma più preziosa del tesoro nazionale.
   E tutti insieme i morti e i vivi nel tuo giorno natalizio, o Roma, innalziamo a Te l'inno dei nostri cuori con i divini versi del Carducci.
   Te redimita di fior purpurei aprii te vide su 'I colle emergere da 'I solco di tomolo torva riguardante su i selvaggi piani :
   te dopo tanta forza di secoli aprile irraggia, sublime, massima, e il sole e l'Italia saluta te, Flora di nostra gente, o Roma.
   Se al Campidoglio non più la vergine tacita sale dietro il pontefice, né più per via Sacra il trionfo piega i quattro candidi cavalli,
   questa del Foro tua solitudine
   ogni rumore vince, ogni gloria ;
   e tutto che al mondo è civile,
   grande, Augusto, egli è romano ancora.

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