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sose di antichi fatti, s il loro sogno ti comunicavano, le mille statue che nel candore di lor perfezione fremono ancora alla carezza geniale dell' artista che in esse trasfuse il soffio della sua anima divina. E ti dicevano splendori di leggendarie magnificenze, monumenti corrosi dalla fatale ala del tempo, templi superbi spiranti ancora incensi ed inni invocatori, ruderi memori del tripudio dell' antica vita di bellezza, di forza, di gloria.
Quale palpito generoso ti pervase il gran cuore anelante quando ti avventasti contro i Galli che schiamazzavano nella cittą eterna ?
E l'epopea racconta delle vie di Roma illuminate la notte e veglianti mentre gli obici e i flutti dei due eserciti si incontravano e si incrociavano dinanzi le porte.
... ma da le zolle di strage livide ma dai cespugli di sangue roridi, saltano fiamme eh' astri parevano saltano voci eh' inni sonavano : splendea Roma olimpica in fondo, correa per I' aere un peana.
Ed oggi dal Campidoglio, sede Augusta del romano impe-rium, dal Colosseo monumentale, dai fori imperiali, dai castelli superbi, dai templi solenni, dalle tombe gloriose che custodiscono le ceneri degli eroi, dalle vie famose da dove le legioni correvano alle conquiste superbe, da quelle vie nelle quali trascorse 1' eco della parola divina di Gesł, ripetuta dagli Apostoli Pietro e Paolo, cantano le memorie il loro inno superbo e propiziatore.
Salutiamo, dunque, in questo giorno natalizio la nobilissima cittą, bella come il sorriso di Dio.
Pił non volteggiano le aquile delle formidabili legioni, ma esse riunite come allora in fasci compatti, cantano, come ha annunziato il Duce glorioso, il loro amore alla Patria e al Fa-