Umberto Adamoli

Memoria al comando alleato (luglio 1944)

Al Comando Militare Alleato
Teramo

Tratto in arresto per disposizione di codesto Comando, rispondo alle generiche contestazioni di addebiti, mossemi dall'Arma dei RR.CC.:
Se sono rimasto al posto di Podestà di Teramo anche dopo l'avvento dell'ultima reincarnazione del Partito Fascista, è stato per un profondo sentimento del dovere e non perché ne dividessi le finalità ed i sistemi per raggiungerle.
Nel grave momento che la città attraversava, nessuno avrebbe accettato la croce del potere. Io mi trovavo a reggerla da circa quattro anni e ritenni che abbandonarla - in quell'ora - sarebbe stata una defezione, se non una viltà.
D'altra parte il riconoscimento di questa mia personale situazione, l'ebbi dallo stesso governo del Maresciallo Badoglio, che mi mantenne in carica anche dopo la soppressione del P.N.F.. E' indubbio che se mi fossi reso soltanto in sospetto di aver fatto, oltre che dell'amministrazione, anche della politica, sarei stato rimosso dall'importante carica che rivestivo.
Così va interpretata anche la mia iscrizione al Fascio Repubblicano. Cedetti, per il bene della città. Non era facile resistere alle pressioni ed alla volontà del Prefetto del tempo. Ma se ancora esistono gli atti della suddetta Federazione dovrà risultare che io non curai nemmeno di ritirare la tessera!
Nego, però, di aver collaborato con i tedeschi.
Se collaborazione vuol significare attività spontanea e fattiva data ad una causa o ad un lavoro comuni, io ho subito, sempre per evitare peggiori e più tragici eventi alla mia città, le imposizioni e prepotenze tedesche ed ho dovuto mostrare di aderirvi, ma, contro questa parvenza di collaborazione, stanno fatti concreti di mia nascosta ribellione, sempre ed intimamente dominati dall'amore verso il mio paese.
Li enumero sommariamente:
a) Il 3 gennaio dell'anno corrente ebbi visita dallo stesso Comandante delle truppe Tedesche e di un altro ufficiale, perché dessi senz'altro per le ore 11 almeno 500 operai per lo sgombero della neve caduta abbondantissima con impedimento di ogni traffico: se per l'ora suddetta, i 500 uomini non si fossero trovati dinanzi il Palazzo delle Scuole Magistrali, la città sarebbe stata messa a fuoco!
Come non adoperassi, sotto tale ferocia e perentoria minaccia, per scongiurare la effettuazione?
b) Lo stesso Comando tedesco intendeva affiggere manifesti - che comminavano la fucilazione di 100 ostaggi in caso di aggressione ad un sol soldato tedesco. Rifiutai gli ostaggi ed ottenni che non si pubblicasse un simile bando, offrendo, per tutti, la mia sola persona.
c) Nel processo contro l'avv. Nicola Nanni, Podestà di Caramanico, chiamato a rispondere per ospitalità ad Ufficiali Inglesi e per averli accompagnati in una ricognizione, intervenni dinanzi il Tribunale Tedesco, spiegai la condotta del Nanni con lo spirito di gentilezza e di ospitalità della nostra gente abruzzese, ed ottenni che la sua richiesta di pena di morte si attenuasse in quella di pochi anni di carcere, già graziati.
d) Io sapevo, come tutti, che nel territorio della Provincia si aggiravano elementi inglesi ed americani, protetti ed assistiti dalla popolazione. Ebbene, non ho mai fatto, né permesso che si facesse opera di investigazione e di delazione a loro carico.
e) Ho reso meno dura la vita agli internati politici, affidati, per l'amministrazione, alle cure del Comune. In relazione alle disponibilità, cercai di far giungere ad essi cibo sano ed abbondante. Più volte mi recai a trovarli e persino il giorno di Pasqua, quantunque fossi malato, per portare loro la mia parola di fede e di conforto. Ed anche molto mi adoperai per la loro liberazione, in parte ottenuta.
f) Gratitudine e vivo ricordo di me dovranno serbare i molti ebrei, capitati per caso nel Comune che si ebbero ad affidare, non so per quale istinto, alla mia protezione. Il più largo sentimento di umanità fu da me usato nei loro riguardi.
g) Fui del pari soccorrevole con le famiglie dei patrioti rifugiatisi in montagna, che a me si rivolgevano per la necessaria assistenza.
h) Non mancai di visitare, quale Podestà gli ammalati e feriti Anglo-Americani nel nostro Ospedale. I loro morti furono seppelliti, con lo stesso pietoso culto dai nostri militari, nel cimitero di guerra.
I fatti suesposti possono essere confermati da tutta la cittadinanza e basterà anche una sommaria inchiesta per aversene la più ampia e sicura dimostrazione.
Sono certo che, avute queste spiegazioni, codesto Comando, nel disporre la mia liberazione, si compiacerà di riconoscere innanzi tutto e soprattutto la mia leale coraggiosa ed onorata condotta di cittadino e di soldato.
Teramo li 1 luglio 1944.
(Ten. Col. Umberto Adamoli)


[segue...]

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