Umberto Adamoli

Idilli amorosi


Con l'arruolamento nel corpo della Guardia di Finanza avvenuto nel 1896 a soli 18 anni, inizia per Umberto un lungo periodo della vita che lo porta lontano dalla terra d'origine: per le esigenze del servizio si succedono negli anni le permanenze a Maddaloni, Oria, Cavallasca, Firenze, Cagliari, Caserta, Grosseto, Ascoli Piceno, Servola, Chieti, oltre la lunga parentesi della prima grande guerra. Il continuo peregrinare, oltre l'impegno imprescindibile del servizio come finanziere, svolto lungamente nella solitudine della montagna, gli impediscono qualsiasi progetto di costituire una propria famiglia, esigenza che Umberto avverte in maniera crescente con il trascorrere degli anni. Solamente dopo il trasferimento a Chieti, che lo riavvicina alla terra natia, potrà realizzare il sospirato progetto, unendosi in matrimonio con Clarice Cameli.
Nel libro di memorie Umberto si sofferma più volte a rievocare i sentimenti amorosi suscitati nelle fanciulle incontrate nei luoghi dove prestò servizio: idilli che sembrano essere rimasti il più delle volte platonici, perché Umberto sembra essersi sottratto il più possibile ai coinvolgimenti sentimentali, nella prospettiva del raggiungimento degli obiettivi professionali e del definitivo ritorno nella sua Teramo: "In quei palpiti, in quella poesia, in quel profumo d'aurora vi era davvero da smarrirsi. Ma io non mi smarrivo, non perdevo di vista la meta, ancora lontana, che m'ero proposto di raggiungere. (...) Io avevo sempre fisso, nella mente, Teramo. Pensavo a Teramo come ad una luminosa terra promessa, nella quale attuare quel disegno". Ricorda Anita, che "dopo il bimbo non aveva voluto amare più nessuno"; ricorda la sorella minore di Anita, Sofia, "soave fanciulla, dal candido animo, (che) s'era rifugiata, monaca, in un convento di Torino"; ricorda la studentessa milanese Antonietta "dal cuore acceso d'amoroso fuoco" che lo "ricercava, ansiosa, ovunque" e con la quale faceva "passeggiate sentimentali lungo il lago, su per le verdi colline, nel bosco di castagni" e che, tornata nella città meneghina, le inviava "la Farfalla o l'Amore illustrato, con scritti, in cui versava la sua passione, i lamenti, i sentimenti vivi del suo animo, per un amore senza speranza". Ricorda le graziose principessine della casa imperiale austriaca conosciute sul piroscafo dove presta servizio sul lago di Lugano, che si intrattenevano con lui "sotto gli occhi severi delle governanti" e che villeggiavano per un mese in un loro castello nei pressi di Lugano. Idilli giovanili che passavano, "come in un sogno delizioso".
Di questi idilli, oltre alla nostalgica e commossa rievocazione di Umberto, restano alcune lettere ricevute nel periodo in cui egli, giungendo dal borgo di Servola presso Trieste, è stato destinato per il servizio a Chieti. A Servola Umberto, con il grado di capitano, era stato trasferito con la sua compagnia per il periodo dell'armistizio, e qui egli aveva requisito per l'alloggio, secondo gli usi di guerra, una stanza presso la villa d'un prussiano, ingegnere e direttore d'un alto forno. Parte di queste lettere gli giungono dalla tedesca Martha, "crini d'oro ed occhi azzurri, intellettuale, colta", "dalla flessuosa e alta persona", figlia maggiore della casa dove lui è ospitato a Servola. Spesso si davano "convegno nel giardino annesso alla villa, nel boschetto degli oleandri, ove si leggevano e si commentavano, con commosso animo, i migliori scrittori, i migliori poeti e tedeschi ed italiani", mentre lei le faceva pure da insegnante di tedesco. Le belle, commoventi e struggenti lettere di Martha rivelano un animo estremamente sensibile e lacerato, carico di sentimento e di rimpianto. Parte delle lettere giungono invece da Ketty, di tutt'altro temperamento, di "famiglia austriaca, molto vivace, nella bruna bellezza", già fidanzata, che giunse ad insidiare la tranquilla amicizia con Martha: "Cercava, con mille moine, d'attrarmi a sé, per far dispetto a Martha. Non ne conoscevo le ragioni. Io resistevo, validamente. Una sera m'invitava, la sirena, scaltramente, d'accompagnarla in città, al cinematografo. Ero posto al bivio, ma, per non apparire scortese, andavo. Non era tutto. Nel riaccompagnarla a casa, poiché avevo tenuto un contegno corretto, m'attirava, la notturna ninfa, entro il recinto della villa, ove abitava soltanto con il padre. M'attirava ancora, con dolce arte, dall'uno all'altro vialetto, entro i meandri fioriti, illuminati da un bel chiaro di luna. Non so in quella notte quanto tempo restassi in quell'alcova di sogno, profumata di gelsomini. Quando rientrai nella villa di Servola, ove Martha forse vegliava con l'animo teso, l'alba annunziava già ai mortali il sorgere vicino del giorno."
Le languide corrispondenze s'interrompono definitivamente proprio alla vigilia del matrimonio con Clarice che viene celebrato nel giugno 1921: l'ultimo contatto con Martha, l'addio definitivo, avviene il 21 maggio di quell'anno.
(Federico Adamoli)





LETTERE RICEVUTE DA MARTHA MEYES - SERVOLA


Servola, 14.XII.19

Mio Umberto! Tua bambina sta male, soffre di sentirti lontano. Ho tanti pensieri e inoltre mamma è ammalata. Ha passato una cattivissima giornata ieri; oggi sta un po' meglio. Per domani aspetto un saluto dagli Abruzzi, poi ti risponderò.

15.XII

Sai quanto conforto mi è stato ricevere la tua lettera, mio Umberto? Ieri sera ero così triste che infine son andata cercare fotografie dove sei tu. L'oceano è immenso e mia nave vi è come sperduta, ma ringrazia il destino che le ha fatto incontrare e viaggiare un breve tratto insieme con quell'altra che le ha dato tante gioie. Si anch'io ringrazio e benedico il destino d'aver conosciuta tua anima e se anche tua via ti condurrà lontano, mi resterà un ricordo che non potrebbe esser più bello. Ho sofferto molto, molto questi giorni e vedo ancora altri brutti giorni davanti a me e forse anche un avvenire non bello ma sento che non sarà inutile per me questo dolore e spero che tu sarai sempre convinto che l'affetto che ti ho dato era di un anima sincera. Sarà così?
La sera dopo tua partenza il tenente ci ha portato dei saluti di te e ne ero tanto contenta.
Hai raccontato a tua sorella della bionda tedesca? Chi sa cosa ne dice! Sono tante volte coi pensieri tra voi, se si potrebbe fare viaggi come i pensieri! Ti raccomando quando hai del buon vino bevi anche un sorso alla mia salute. La bottiglia di spumante mi ha reso ottimi servizi, fa bene quando si vede le cose troppo oscure. Devo scriverti un po' di nascosto perché con la lettera di Giovedì avevo sfortuna. L'avevo poggiata un momento giusto per mettermi il cappotto. Mamma passa e vede la lettera e un po' stupefatta mi dice: ma questo è urgente. Aveva ragione, ma io l'ho rassicurata che non erano che poche righe per dirsi qualche cosa. Ma tu scrivimi pur spesso. Oggi è andato benissimo.
Buona notte!
Ti bacio nel pensiero.
Tua bambina

* * *


(tradotta dal tedesco)


Servola, 16.XII.1919

Caro Amico!

Molte grazie per le tue care cartoline e per la lettera. Noi l'abbiamo letta con gioia ma abbiamo anche riso un po'!
Mi racconti di Servola e bevi del buon vino. Mi fa piacere che tua stai bene e ti auguro buon divertimento per le tue vacanze. Spero che i dolori di spalla ti siano passati. Come deve essere bello lì. Il panorama delle cartoline sono magnifici. Mandaci anche qualche cartolina dei dintorni, delle tue montagne con la neve. Qui è sempre bel tempo, c'è poca bora, c'è sempre il sole ma fa freddo.
Mamma oggi sta un po' meglio ma deve restare ancora a letto, perciò ho molto da fare, ma non fa niente. Mi auguro solo che guarisca presto. Abbiamo trascorsi brutti giorni. Scrivi presto. Scrivici come puoi. Non fa niente se noi ridiamo. Migliorerà e con il tempo tu diventerai maestro (non professore) della lingua tedesca.
Noi ti ringraziamo molto per i gentili saluti di tuo zio, di tua zia, della sorella e contraccambiamo cordialmente.
Tanti saluti dalla tua insegnante.
Martha Meyes

* * *


Sabato 19.12.19

Umberto mio, perché non mi scrivi più non mi rispondi.
Devo intendere quella lettera come grido d'addio? Passo giorni tristissimi. Ti ho scritto due volte in questi giorni ma non ho spedito ancora.
Se tutto è finito ti auguro che il bene che hai fatto a me ti giova per la tua felicità, ben mio
Forse sono anche inutili questi miei pensieri?
Ti saluta con tutto l'affetto di sua anima.
Tua Martha

* * *


(cartolina scritta da Roma e tradotta dal tedesco):


19.III.1920

Caro Signor Capitano!

Posso scriverle e dirle come questa bella Roma mi piace. Quando sono al foro vedo in sogno lo splendore della vecchia Roma. Oggi sono stata al Gianicolo, dove si ha una magnifica vista di tutta Roma. Molte poesie del nostro Carducci mi vennero in mente, mi fece ricordare delle belle ore. Io ti penso molto, moltissimo ed è perché tu non lo vuoi che finora non ti ho scritto. Il congedo mi ha fatto molto male. Io penso spesso come possa stare tua zia.

* * *


11.V.1920

Mio caro povero Umberto!

Sentiamo con te il dolore per la tua cara zia, per quell'anima che con tanta resistenza lottava contro la sorte segnata. In noi è rimasto fedele il ricordo di tutto quello che ci hai raccontato di lei e c'immaginiamo quanto ti è dolorosa la perdita. E tua sorella come starà?
Per noi continua la vita silenziosa un giorno come l'altro e sento tanto il vuoto e vedo che anche i miei lo sentono. E così parliamo ben spesso di quel pellegrino che ci era tanto caro. Maggio fiorisce e tutto ride e le rose si aprono, ma mi fanno male quest'anno, mi pesa la solitudine e il silenzio in quella camera che rimane sempre chiusa e qualche volta dico ancora "Guten Morgen, Herr Hampsmann!" Vivono nel mio ricordo tutti i momenti, i giorni felici. E la mia consolazione d'aver la mia buona famiglia, i miei cari ai quali devo dare tutto il mio affetto in questi tempi difficili. La partenza della famiglia Fellegger ci ha dato un'idea quanto è triste la partenza di un posto, di una casa dove si ha vissuto anni felici e anche noi dobbiamo pensare alla possibilità che un giorno tocchi anche a noi così.
Per intanto godiamo ancora tanto che possiamo della nostra bella casa, del giardino, del mare e speriamo avere qui in estate i miei fratelli e la mia cognata. Se il pellegrino potesse esservi anche! Tu cosa farai ora e cosa pensi? Passano anche per tua memoria i ricordi dei tempi passati? Scriverai?
Ti saluta con tanto affetto
Tua
Lebheim

* * *


18.V.1920

Mio caro Umberto,

devo dirti che ho letto la tua lettera con gioia e con pianto! I nostri sentimenti sono ancora uniti malgrado la lontananza e in noi suona la medesima musica, armonie di dolore e di rimpianto. La mia anima è sempre in cerca di quell'altra con la quale sentiva e godeva tutte le cose belle della natura della vita e dell'arte e quando mi giunse la cara lettera mi pareva sentirla vicino, mi era dolce carezzare la povera lettera. E tutto mi sembrava più bello, tutto rifioriva come prima. Ammiravo il tramonto, godevo del profumo delle rose, ero lieta come gli uccellini e perché? Forse perché rivivevo in me stessa il bel tempo passato, perché sentivo il pellegrino ancora vicino come presente. Davanti a me ho un mazzo di ginestra colti domenica a San Pantaleone. Danno un profumo dolce quasi inebriante e il colore è così vivo che sembrano fiamme. E tanto vivo è anche in me il ricordo di quelle ore lieti, felici, soavi. I nostri libri mi guardano anche melanconicamente, ma per ora non ho potuto ancora leggervi, mi mancheresti troppo. Nel Carducci è rimasto come segno il nastro nero alla mattinata che per ultimo hai letto.
Per distrarmi non mi ha mancato lavoro, ho rimesso in ordine la casa per l'estate. E quando abbiamo finito in casa, verso sera, andiamo nell'orto a cogliere fragole, ciliegie, piselli; facciamo come i contadini, ma ci sembra una delle ore più liete della giornata.
Con mamma parlo spesso di te, dovresti sapere quanto ti sei fatto volere bene da essa. Tu dovresti scriverle per il suo compleanno al 24. Manda i tuoi Gluickwinsche. Povero tedesco, i nostri studi: Gunten Morgen, Herr Hampsmann, Wie geht es Ihmen? Lernen wis?
Come va a casa tua? Non hai potuto ancora andarci? Hai tanto da fare nel nuovo posto?
Saluti affettuosi da tutti i miei
und von Deines
Lehrerin.

* * *


(cartolina postale scritta dalla madre di Martha):


Servola, 23.V.20

Il pellegrino è andato molto lontano, ma è andato in un bel paese, come vediamo sulle cartoline. Mai più le vediamo, mai più, io posso farle la più piccola gentilezza!?
I nostri pensieri le accompagnano, dio le benedica e le faccia trovare felicità, perché tanto volte procurava a noi allegria e conforto specialmente in quelle sere di doloroso ricordo! Indimenticabile il tempo che abbiamo passato!
Grazie per le cartoline e la gentile lettera.
Con saluti affettuosi
A. Meyer

* * *


29.VI.1920

Mio caro Umberto,

sento nelle tue care parole le nostre anime tanto unite nell'affetto, tanto vicine nel pensare e sentire che più ancora è dolorosa la lontananza. Se io non pensassi che vi è una Potenza buona e giusta, la Ragione suprema che guida il destino vorrei imprecare contro questo. E' mia consolazione pensare che non è un destino cieco che ci fa soffrire e che non soffriamo inutilmente. Non voglio neanche pensare se forse ci rivedremo ancora una volta, dirmi che probabilmente non sarà più mi da un dolore che non posso sopportare e speranza non mi posso pur dare nessuna. Penso soltanto al passato, ai giorni felici, belli, troppo presto passati, troppo poco goduti. Delle volte m'inganno a pensare che l'avessi ancora qui vicino, di godere con te il sole, la natura, ti dico le mie impressioni quando leggo qualche cosa di bello. Io ti leggo volentieri ma con tristezza nel cuore, voglio pur continuare a leggere nella tua lingua che mi è diventata così cara. Ora leggo qua a la qualche brano o poesia nel Limpido Rivo di Pascoli, il libro è di Arturo. Vi trovo anche tanti pensieri gentili e sentiti e così belli nella loro semplicità. Il poeta dice che tutti noi abbiamo nell'anima una parte che resta sempre un fanciullo anche quando siamo grandi. Sono pochi e sono i più infelici quelli che non sentono in se stessi la voce del fanciullo. Noi si, abbiamo saputo sentirlo, l'ascoltavamo quando suonava in noi la gioiosa musica, quando eravamo trasportati verso la poesia, il grande il bello. Con lui sappiamo godere le bellezze serene della natura e gioire di tante cose che rimangono nascoste a quelli che non sentono. Si, tu mio amico, hai conosciuta la mia anima, ne hai fatto suonare le corde più belle. Non è possibile che io non ti serbi malgrado le diversità l'amicizia del cuore e il pensiero che tu mi dai la tua è per me un raggio di sole che sempre mi segue e mi riscalda.
Ho avuto la cartolina da Teramo e m'avevo già spiegato così il senso delle parole gentili in Spagnuolo di tua sorella. Sento con piacere che sta meglio ora. Così sarete spesso assieme, ci andrai tutte le domeniche, come le passerete? Per me è questa la più bella stagione dell'anno. Quanto sole, che belle sere lunghe ancora più perché anche la luna da il suo chiarore. Tu lontano nel tuo bel paese e io qui ammiriamo le stesse cose. Quando tu contempli il tramonto dietro montagne di neve io sono di solito sulla terrazza della sala degli oleandri e vedo tramontare il sole nel mare. Forse in quel momento s'incontrano i nostri pensieri?

(traduzione dal tedesco)


Capisci ancora un po' di tedesco? Mamma ti saluta molto. Ancora molti dolori di testa. Ti pensa volentieri.
Cordiali saluti nella mia amicizia.
Martha

* * *


20.8.1920

Mio caro Umberto - ho voluto scriverti parecchie volte fin d'ora, ho cominciato delle lettere per strapparle poi - devo scriverti tutto come penso, sarà meglio così. Quando ricevetti la tua lettera - tanto aspettata - e vi lessi che tu mi serberai per sempre un caro ricordo - si spegneva in me anche quell'ultima piccola speranza che il mio cuore in segreto ancora nutriva e che nelle ore di tristezza ancora m'illuminava e mi confortava. Tu non ne hai colpa. I sentimenti che ho per te sono più vivi e più forti che l'amicizia e ne soffro molto. Ho un cuore di donna anch'io che desidera avere una famiglia, uno scopo che occupi tutto il mio essere. Ho veduto la felicità di mia cognata di mio fratello e con melanconia mi domandavo perché non devo essere felice anch'io?
Aspettavo con ansia una tua visita ma mi pare che come le cose troppo belle anche questo progetto non si realizzerà oppure sarà soltanto per un nuovo doloroso addio. Intanto si ha parlato del mio viaggio e siccome mia cognata desidera molto avermi da essa è stabilita la mia partenza per i primi di ottobre. Sarà forse bene per me di stare un po' lontana in un paese dove non tutto mi ricorda quel tempo passato insieme e quel sogno d'oro tanto desiderato che pure - se non può avverarsi - devo dimenticare. Forse dopo qualche tempo potrò pensare a te con sentimenti soltanto di amicizia. Puoi essere certo però che ti serberò sempre un ricordo grato e nel cuore sempre ti benedirò per il bene che m'hai fatto. Ho potuto scriverti così con franchezza, non me ne vorrai?
Ti saluto con tutto l'affetto di mia anima ancora tua
Martha

* * *



Talor due navi
S'incontran nell'Oceano deserto,
Arresta l'una presso all'altra il fianco
E palpita sull'onda: lenta, lenta
Si dipartono poi, s'affolla a poppa
Di qua di là tutta la gente: addio, addio!


Nel giorno della separazione vada un saluto intenso all'amico lontano.
Martha

Servola, 4 maggio 1921












LETTERE RICEVUTE DA KETTY ZOBEL - TRIESTE



Carissimo Umberto

Con grandissimo piacere ricevetti la tua gentile lettera per la tua buona memoria. D'altronde molto mi rincresce la perdita della tua zia, che so tu amavi come una madre purtroppo nella vita si ha dei dolori che pel momento non si trova rassegnazione credi che soltanto il tempo può lenire una perdita così grave. E meglio che presentemente sei tanto occupato cosicché la tua mente sarà obbligata a pensare ad altre cose.
Penso con immenso dispiacere che ora le tue visite mi mancano molto purtroppo tutto passa - ma spero d'aver il piacere lo stesso d'una tua visitina di quanto in quanto che mi farà felice.
Scrivimi spesso, frattanto t'invio tanti baci affettuosi.

Ketty Zobel

Trieste li 12.5.20

* * *


21.5.1920

Carissimo Umberto!

Ricevetti oggi 18 corr. la tua carissima lettera, davvero sono molto affezionata a te e non puoi immaginarti quanto mi manca la tua cara compagnia.
Ti ho scritto una lettera l'altro ieri, spero l'avrai ricevuta. Bene, ritorna presto - sarei molto contenta di fare un quattro chiacchiere con te - ero già tanto abituata che ora sento proprio la mancanza fa in modo di ritornare o almeno qualche scappata.
Mi domandi dove vado in giro nessun luogo da quando sei tu via sono stata una volta con la Baronessa al Caffè e un altra in gita per Grignano e con noi c'era il Cap. Castelli e un suo amico che non rammento il suo nome ma egli ti conosceva anzi diceva che andavi sempre ai balli con lui assieme, vedi niente di divertente.
Dunque ricordati di me e scrivimi presto frattanto t'invio affettuosi baci ed abbracci.

Ketty Zobel

* * *


Caro Umberto

Finalmente dopo una così lunga aspettativa mi giunse lunedì scorso la tua tanto aspettata lettera dalla quale vedo che non puoi nemmeno rispondermi una lettera otto giorni. Sarà ma non lo credo perché cinque minuti troverai di tempo ogni settimana per scrivermi.
Mi pare che le tue terre e i tuoi parenti ti hanno fatto dimenticare Trieste con tutto il resto.
Non credo nemmeno ai tuoi rimpianti. Mi domandi se sarei contenta se verreste a Trieste, quindici giorni fa avrei detto di si, ma adesso come vedo meglio che resti la.
Io giri non ci faccio e di contrappesi non vado in cerca come voi altri Italiani. Del resto io qui m'annoio, non c'è divertimenti di sorta.
Gite non abbiamo più fatto. Ho domandato alla Baronessa se ha ricevuto la tua cartolina, ha detto di si ma non poteva risponderti perché tu non le hai messo l'indirizzo. Dunque scrivi presto e qualcosa di più per la nostra amicizia e confidenza che abbiamo l'uno verso l'altro.
Con tanti baci ti saluta
Ketty Zobel

Guarda di venir questa estate una volta a Trieste

Trieste li 6.6.20

* * *


Caro Umberto

Eccomi pronta a rispondere a la tua tanto sospirata lettera, e subito vedi! senza punizione (perché non sono affatto vendicativa.)
Del resto il tuo castigo non mi ferisce sapendo di non meritarlo.
La frase che ti diede tanto ai nervi non era letteralmente sincera .... Capisci? .....
Non posso e non voglio credere ai nostri nuovi fratelli degli... Abruzzesi. No no... non vorrei illudermi. Come a Trieste!
Eppure soltanto i fatti potrebbero fare sparire i miei dubbi. In quanto ai ricordi quelli me li terrò sempre cari e non vorrei per nessuna cosa al mondo guastarli con dei disinganni!
In quanto al trasferimento di Castelli egli rimane qui.
Sempre col pensiero a te ti bacia
Ketty

Trieste li 24/6/20

* * *


Caro Umberto

Grazie per la cara tua lettera come pure per le cartoline.
Perché dunque non hai fatto una scappatina a Trieste? Che poco intraprendente!
Tu scrivi non so se il destino mi consentirà di tornare ancora a Trieste. E questa la tua energia, non hai tu dunque una ferma volontà?
Devo io credere che ti lasci portare e spingere dal vento! E ti fermi al primo più piccolo ostacolo.
Bada che ciò non è bello e non mi piace affatto.
Un uomo non deve sottomettersi ma lottare per la propria sorte e crearsi il destino da solo. Prendi esempio del Castelli che trasferito a Idria ha saputo girare e rigirare fino a che le fu concesso di rimanere qui.
Non devi dunque più scrivermi: Spero di poter tornare, ma - Voglio tornare e tornerò; capisci?

Ein mann ein Work!

In quanto a divertimenti non ne ho e non li nemmeno cerco. Io passo il tempo ricordando tempi migliori e soffocando dal caldo.
Addio dunque e un presto rivederci ti bacia

Ketty

Trieste 20/7/20

* * *



Trieste, 5.8.20

Caro Umberto

Tu non devi esagerare e pensare ch'io intendo giusto il lottare e combattere contro l'impossibile. No certo, questo non sarebbe saggio. Ci sono delle cose al mondo dove anche la lotta è inutile. Dove si deve male o bene adattarsi al destino con santa rassegnazione. Ma il caso tuo non è di questo genere.
Tu ti trovi appunto in una situazione dove con una buona dose di volontà potresti avvicinarti alla sorte desiderata. Se questo fosse il tuo vero pensiero...
Ma dimmi Umberto non hai forse fra i pastori trovato la dolce pastorella? La pastorella che ti trasforma la campagna in un paradiso e non ti permette a rimpiangere più nulla??
Io vedi vivo circondata da divertimenti senza approfittarne. Vivo nella solitudine non perché sono obbligata ma perché niente mi attrae, e infine vivo nei miei ricordi perché mi sono estremamente cari.
Addio Umberto scrivi presto
ti bacia Ketty

* * *


16.8.1920

Caro Umberto

Dunque tu risenti oltre alle virtù (che apprezzo molto) anche i difetti della tua razza. Conoscere i propri difetti è il primo passo verso un miglioramento. Ciò mi fa piacere! Vedo che hai delle buone inclinazioni e hai disposizioni di diventarmi una perfezione.
Caro Umberto non puoi immaginarti quanto mi rallegra il pensiero di poterti rivedere.
Fa il possibile ti prego altrimenti avrei una disillusione troppo dolorosa.
Sono estremamente triste. Questo autunno alle porte. Le giornate già tanto accorciate mi danno una grande malinconia. Come tutto passa presto! Quanto tempo già trascorso dalla tua partenza!
Vieni, vieni, sii una volta energico e fa valere la tua volontà.
Anch'io come te godo poco dei divertimenti.
Vado la più parte dalla cugina oppure rimango a casa dove c'è sempre che fare.
Addio caro anzi arrivederci e spero presto. Ti bacia

Ketty

* * *


Caro Umberto
Soltanto una cartolina! dopo aver atteso con tanta brama una tua risposta. Che vuol dire ciò? La mia lettera ti ha forse dispiaciuto??
Se questo fosse, mi rincresce, non essendo certo mia intenzione d'annoiarti con scritti che ti disgustano.
Ti ringrazio che almeno, ricordi il passato, e rimpiangi la lontananza.
tua

Ketty

Trieste li 30.9.20



Torna alla videata principale Umberto



eXTReMe Tracker