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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Un volo di 55.000 chilometri ' 223
   Seguii la costa fino a Vinh, sempre sotto la pioggia, e da Vinh feci rotta all'interno, seguendo il corso del fiume. A mano a mano che progredivo, la pioggia diventava sempre più fitta, ed ero costretto a navigare molto basso per non perdere di vista la terra e seguire tutte le anse del fiume, poiché le nuvole scendevano fino a 200, 100 e in alcuni punti fino a soli 50 metri dal suòlo.
   Alle 8.30 ero sullo spartiacque, al valico chiamato Keo Neua. Il fiume, sul quale avevo volato fino allora, era diventato un misero torrentello, che a malapena si distingueva dall'alto in una vallata profonda e scoscesa come un burrone. Mi trovavo proprio sulle sorgenti, in un magnifico paesaggio dirupato; vagolai per una diecina di minuti, sperando che mi si presentasse qualche spiraglio nelle nuvole, per passare dall'altra parte dello spartiacque: ma invano. La pioggia aumentava e gli ammassi nuvolosi si stendevano a perdita d'occhio, coprendo sotto la loro cappa ovattata le nere montagne rivestite di fitte foreste. Andai per un po' di tempo su e giù in una specie di galleria, le cui pareti erano formate dalle montagne ed il soffitto dalle nuvole. In basso, rocce oscure, che la pioggia rendeva ancora più nere, e sulle quali si vedeva biancheggiare appena appena la spuma dell'acqua che correva giù a salti e cascatelle. Verso ponente il cammino era poi sbarrato da un sipario di nembi, che pareva mi irridessero, dicendo:
   — È inutile che tu perda tempo: di qui non si passa.
   Malinconicamente invertii la rotta, rifeci il corso del fiume
   fin quasi alla foce, e continuai a seguire la costa verso Sud, poco soddisfatto del cambiamento di programma, che mi allungava notevolmente la rotta e mi portava verso regioni ancora più calde.
   Il tentativo di passaggio per la rotta interna mi era costato circa un'ora e mezzo di inutile cammino, ma valeva la pena di averlo tentato. L'acqua mi seguì sulla costa fino a Capo Lai. Poi cessò alquanto ed il tempo si schiarì un po'. Alle 11.15 ero su Tourane, ridente in una giornata magnifica.
   Plano nel canale presso la città; diamo poi mano senz'altro al rifornimento. Il Residente e la popolazione ci fecero le più vive insistenze perchè restassimo una notte # a Tourane.
   — Rimanete questa sera. Abbiamo organizzato un ballo per voi.