Un volo di 55.000 chilometri
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Prima di mettere in rotta, passai sulla città, che aveva le sue case scaglionate sul pendìo del colle a successive terrazze declinanti verso il mare. Trovandomi io ad una ventina di metri sui tetti, vedevo le strade, dove appena il movimento cominciava, talmente strette che sembravano dall'alto come dei solchi profondi. L'aspetto dell'insieme era ben poco gaio.
Navigai per un po' tra le nuvole. Poi cominciò un leggero vento da Nord-Est, che spazzò il cielo e lo schiarì. Alle 10.45 ero sulla penisola di Leiciau, che attraversai alla bussola, perchè non avevo -1 le carte relative. La traversata durò circa tre quarti d'ora. Avvicinandomi ad Haiphong, fui colpito dallo strano spettacolo che offriva la costa nei. paraggi della Baia di Along: migliaia e migliaia di isole, rocce, scogli e scoglietti disseminati capricciosamente nel mare come detriti di terra gettati da un immenso crogiuolo.
Alle 13 presi acqua a Haiphong, presso lo, rivolo di un antico idroscalo. Appena giunti, mettemmo l'orologio indietro di circa un'ora per uniformarci al tempo locale.
Ora, 'andando verso Ovest, era un vero piacere di guadagnare all'arrivo qualche volta mezz'ora e qualche altra un'ora; ciò rappresentava un vantaggio prezioso, perchè aumentava il tempo disponibile per i nostri lavori alla luce diurna. Nella rotta di andata, verso levante, avevamo esperimentato a nostre spese come era noioso invece il contrario!
Ricevemmo molte liete e cordiali accoglienze da varie personalità di Haiphong e dagli ufficiali francesi dell'aviazione. Era pronta una ricca colazione e, contrariamente ajle nostre consuetudini, ci assidemmo quella volta ad una mensa copiosamente imbandita, per vendicarci di vari digiuni forzati.