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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinp.do
   Pur essendomi levato assai per tempo, non potei partire prima delle 7.20. Come al solito, eseguii in volo la verifica della bussola, servendomi di un allineamento a terra. Controllai subito, lasciando la costa, che il vento scarrocciava molto verso Sud e corressi la rotta di circa 10° sulla destra.
   Andando ancora avanti, dallo stato del mare e dalla deriva dell'apparecchio che potei calcolare ad occhio, navigando molto basso sull'acqua, mi accorsi che il vento da Nord era ancora aumentato, e corressi decisamente la rotta di altri 20° sulla destra; ciò forse era un po' esagerato, ma mi conveniva in tutti i casi atterrare su Shanghai, dopo aver scartato piuttosto verso Nord che verso Sud, e ciò sia in relazione alla direzione del vento che alla conformazione della costa.
   Più tardi, circa alle 10.20, il vento diminuì di molto, come mi avvidi dallo stato del mare, ed allora diminuii di circa 20° la correzione della bussola. Verso le 11 il vento era calato completamente, e rimisi allora in rotta esattamente per 270°, il che corrispondeva al controllo fatto sull'allineamento a terra prima di lasciare la costa. Alle 11.30 vidi una grande animazione di velieri e piroscafi sul mare.
   Debbo qui dire che, quando dopo un lungo percorso su mare aperto riuscivo a trovarmi esattamente sull'obiettivo, ciò mi causava un'intima soddisfazione; la stessa soddisfazione dell'ufficiale di rotta, che riesce a condurre la sua nave brillantemente in porto dopo una lunga e difficile navigazione. Però, mentre la nave, quando si trova in paraggi pericolosi, può fermare aspettando che sia meglio controllata la posizione, io invece non potevo che andare avanti, ed un qualunque errore, anche piccolo, di apprezzamento poteva segnare la fine del viaggio.
   Quando dai miei Calcoli presumevo di dover avvistare la costa di prua, aguzzavo lo sguardo.
   — Ecco là — dicevo fra me — sulla sinistra, qualche cosa... È la linea di costa. Come siamo scartati dalla rotta! Eppure la correzione della deriva era giusta. Qui bisogna fare bene attenzione!... Bestia! È ima nuvola!