Un volo di 55.000 chilometri
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Vivono a Tokio molti di questi maestri, dai quali le fanciulle e le signore prendono lezione come da noi prenderebbero lezione di musica o di canto.
A Kioto mi incontrai col nostro Console di Kobe, che vive da lunghi anni in Giappone e che fece da cicerone. Egli parla il giapponese in modo perfetto e conosce anche la lingua arcaica. Mi condusse, durante la mia breve fermata, in un teatro giapponese, dove si rappresentava un noto dramma storico.
Naturalmente io non capivo niente della lingua, e intanto il Console mi faceva una interessante spiegazione degli usi e costumi del teatro locale. Gli attori in Giappone non sono come da noi fatti segno al rispetto ed alla simpatia del pubblico colto, ma sono piuttosto considerati così come i Romani antichi consideravano gli istrioni. In un intervallo andai sul palcoscenico dove mi fu presentato il capocomico, uno degli artisti più celebri e noti del Giappone moderno. Egli si prosternò a terra, e per tutto il tempo che io stetti nel suo camerino non si mosse da tale posizione, appunto perchè aveva l'abitudine di considerarsi ed essere considerato di ima classe sociale inferiore.
Pur non comprendendo nulla di quanto dicessero quella sera gli attori, notai che erano artisti di una correttezza e di una sobrietà forse difficili a trovarsi nei nostri, se non tra i migliori. Gli attori entravano in iscena attraversando tutta la platea sopra una specie di passerella. Il teatro aveva le sue dimensioni maggiori nel senso del palcoscenico, ed il pubblico naturalmente era accoccolato per terra. Vidi solamente un quadro del lungo spettacolo che, cominciato nelle prime ore del pomeriggio, sarebbe finito nelle ore più tarde della notte!
Lasciai Kioto con il rincrescimento di non poterci rimanere più a lungo, ed appena tornato a Tokio mi misi al lavoro per accelerare i preparativi del ritorno. Campanelli lavorava come al solito alacremente, ed aveva già preparato il nuovo motore, aiutato dai due meccanici venuti da Shanghai. Ebbi molta pena, mi ricordo, per far trasportare da Yokohama a Kasumigaura alcuni materiali di rispetto che erano colà in dogana. Avevo pensato di cambiare le ali inferiori dell'apparecchio, che, sebbene fossero in buone