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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Un volo di 55.000 chilometri
   ' 199
   su a furia di brillantina, spilli e forcine, hanno l'aria di vere pupattole semoventi. Sono in media molto più piccole degli uomini, hanno una grazia indicibile in tutti i loro atti e lé loro movenze, e un sorriso gentile per quanto artificiale. Sono vestite di ricchissimi « kimono », ammirevoli per l'armonia dei disegni e dei colori, vere opere d'arte, spesso molto antichi: dono dei loro amici giapponesi, che spendono per esse somme favolose.
   È appunto in questi ristoranti che i Giapponesi usano trattare i loro affari più importanti, tra i piacevoli conversari e il gaio spettàcolo delle danzatrici. Non è questo un sistema più filosofico del nostro e più giocondo, che addolcisce così la crudezza della vita moderna?
   Finita la serie delle cerimonie ufficiali, profittai del poco tempo libero per fare una rapida corsa a Kioto, la città più antica e più interessante del Giappone. Sfortunatamente vi capitai in una giornata piovosa, ma ciò non m'impedì di ammirare la magnifica visione di una città così divèrsa dalle nostre in tutte le manifestazioni dell'arte e della vita. Vidi i templi più antichi e più sacri del Giappone. Essi sono in legno; enormi tronchi di alberi-squadrati sostengono il tetto; nell'interno una grande statua di Budda, davanti a cui i fedeli depongono le offerte. Caratteristici, sì, questi templi, ma non imponenti; nulla hanno che possa sia pure lontanamente reggere al confronto delle meravigliose ed innumeri bellezze dei monumenti innalzati dalla civiltà pagana e dalla fede cristiana.
   Dove i Giapponesi raggiungono invece una grande perfezione è nell'arte di coltivare e disporre i loro giardini; qui appare tutto l'amore e la venerazione che hanno per la madre terra. Essi, in un piccolissimo spazio ricostruiscono in miniatura con una imitazione perfetta un pittoresco ed accidentato paesaggio: piccoli laghetti, cascatelle, ruscelli attraversati da ponti, rampe e caverne e boschetti, ricchi delle piante più rare e svariate.
   I maggiori alberi sono, con un metodo paziente, ridotti a dimensioni addirittura microscopiche. I semi vengono coltivati in vasi piccolissimi, e ne viene-limitato così lo sviluppo delle radici. Lo stesso trattamento viene fatto ai rami; e così alberi, che allo