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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Un volo di 55.000 chilometri
   ' 193
   piccioni viaggiatori con un messaggio, che doveva annunziare a Osaka il mio arrivo a Kushimoto.
   Alle 12.40 ripartii per la mia ultima tappa, ed in questa ebbi l'ultimo saluto del cattivo tempo. Dovetti passare molto al largo da terra all'altezza di Tokio, poiché era considerata zona militare, e solo alle 15 potei addentrarmi su terra, dirigendo per Kasumi-gaura che rimane circa a 25 chilometri dalla costa, sulla riva di un fiume. Alle 15.45 ero in vista degli « hangars » di Kasumigaura.
   Proprio in quel momento arrivava da Nord un forte temporale, che rese difficili e movimentati gli ultimi dieci minuti di volo. Per quanto vi fossero molte autorità ad attendere il mio arrivo, nessuno si accorse di me, se non dopo che io avevo ammarato, perchè nessuno si aspettava di vedermi comparire dal lato di terra e guardavano tutti in direzione del fiume. Così non mi incontrai neppure con gli apparecchi mandatimi incontro, i quali dopo circa un'ora ammararono in tutta quella baldoria di vento e di pioggia, convinti che io non fossi arrivato.
   Il vento e le raffiche erano davvero impetuosi e la pioggia dirottissima. Appena toccato acqua, detti fondo all'àncora, ma aravo lentamente verso terra per la forza del vento. Il motoscafo, venuto incontro per rimorchiarmi, prese una cima dell'elica, il che
   10 fece scarrocciare addosso all'apparecchio. Ne fu mandato un altro, e finalmente dopo un'ora di lavoro, in cui ammirai la buona volontà e la grande abilità dei marinai giapponesi, potemmo mettere l'idrovolante al sicuro e, sempre sotto la pioggia, recarci a terra.
   Le autorità e il pubblico che ci attendevano si erano messi al riparo sotto lin « hangar », dove era stata imbandita una grande tavola per i rinfreschi.
   L'Ammiraglio comandante dell'idroscalo di Kasumigaura ci dette il benvenuto a nome del ministro della Marina e ci offerse
   11 «sakè» e le castagne, che simboleggiano con rito locale la vittoria. L'Ambasciatore italiano mi porse il saluto a nome del Governo.
   La parte più difficile del viaggio era oramai compiuta.
   13 * F. De Pinedo — Un volo di 55.000 chilometri.