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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinp.do
   locali per non ritardare inutilmente il mio arrivo nel Giappone e per profittare delle condizioni di tempo che sembravano abbastanza buone. La mattina seguente presi perciò a bordo circa 250 litri di benzina per automobile e 12 litri di olio di ricino, che mi furono forniti da una farmacia locale.
   Alle 12.40 eravamo pronti, ma il bollettino meteorologico, telegrafatoci da Kagoshima, dava: tempo coperto e pioggia. Decisi di partire ugualmente poiché l'avanzata stagione e le condizioni locali non mi permettevano di prevedere che nei giorni seguenti il tempo sarebbe migliorato; alle 12.45 circa ero in aria.
   H cielo era coperto, e senza vento. Feci rotta direttamente per Kagoshima. Alle 15.15, in vista dell'Isola di Gotoshima, cominciò la pioggia. Man mano che andavamo avanti si levava ventò sempre più forte da Est, e sotto di noi il mare appariva vieppiù agitato. Il vento da Est riduceva assai la mia velocità; accostai allora ancor più verso levante per guadagnare più presto la costa. Alle 16 entrai in un violento piovasco, uscito dal quale mi trovai finalmente presso terra, poco a Sud di Nagasaki. Cominciai così a seguire la costa tra piovaschi continui, ma oramai ero tranquillo, avendo la possibilità in ogni momento di planare in buone condizioni; il mare, dato il vento di levante, era calmo da per tutto sotto la costa.
   Alle 16.40 ero circa all'altezza di Shimahira. Poco dopo incontrai un forte temporale: nuvole nerissime che arrivavano fin quasi sull'acqua, e pioggia a torrenti. Nonostante mi tenessi a non più di 100 metri dalla costa, a un certo punto la perdei completamente di vista. Andai allora al largo per uscire dal piovasco e seguii in senso inverso la costa fino a Shimahira, dove ammarai, deciso di attendere il passaggio della burrasca.
   Erano circa le ore 17. In quel piccolo villaggio non avevano mai veduto un velivolo e, nonostante la pioggia, uno sciame di imbarcazioni ben pre.sto ci circondò, colme di curiosi di ogni età e condizione sótto enormi ombrelli di carta.
   Riuscii, parlamentando a lungo, ad inviare un telegramma a Kagoshima, col quale chiedevo il bollettino del tempo e avvertivo le autorità dell'impreveduto ammaraggio.