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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Un volo di 55.000 chilometri
   ' 183
   aVeva sull'albero una grande bandiera per segnali. Feci un giro sulla città e vidi grande folla che mi attendeva sulla riva, presso la quale ammarai e fermai il motore, aspettando. Giunsero poco dopo, arrancando, vari motoscafi nei quali trovavansi le autorità giapponesi che mi dettero il benvenuto. Col solito aiuto dei motoscafi, ormeggiai l'apparecchio ad una boa.
   Anche a Tam-Sui non avevano mai visto un idrovolante. Le scuole in quel giorno erano state chiuse e tutti gli alunni con i loro maestri erano sulla banchina, dove allineati per classe si godevano lo spettacolo nuovissimo. Ognuno di essi aveva tra le mani una bandierina italiana o giapponese. Mi accolsero con grida (fi « ban-zai » e con grandi applausi. Gli studenti delle scuole normali intonarono l'inno di Garibaldi, che avevano imparato a memoria per l'occasione, come fosse il nostro inno nazionale.
   Il sindaco di Tam-Sui, un giapponese vecchio stampo, in tuba, redingote e guanti grigio perla, mi lesse un indirizzo in giapponese, al quale io risposi in italiano. Nessuno dei due capì nulla, ma apprezzammo le reciproche intenzioni. Finiti i discorsi, finito di bere lo champagne, finiti i « banzai » e finite le effusioni, il rappresentante del Governatore mi chiamò in disparte per dirmi che egli era estremamente dolente di dovermi comunicare che, essendo io passato a Nord della zona proibita, egli era obbligato a telegrafare a Tokio per chiedere ordini; e che intanto necessitava, secondo quanto era già stato comunicato in via diplomatica, una visita ai bagagli. Gli riapersi che ero passato a Nord della zona proibita invece che a Sud perchè costrettovi dalle condizioni del tempo, e che, d'altra parte, essendo passato al di fuori delle acque territoriali, avevo esercitato un mio pieno diritto; ma che in ogni modo avrei telegrafato anche io all'Ambasciatore italiano > a Tokio in merito all'incidente. La conversazione si svolse però con somma cortesia.
   La commissione di ufficiali, quindi, si mise a visitare i bagagli minutamente per vedere se io avessi apparecchi cinematografici o fotografici, ma io, in previsione di ciò e secondo le istruzioni ricevute precedentemente da Tokio, avevo spedito i miei apparecchi fotografici da Manilla direttamente a Shanghai, come