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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinedo
   rato. L'Heron aveva lasciato Bolinao, dove si era rifugiato, e proseguiva verso Nord. Salutati dal Console, alle 8 e mezzo circa ci imbarcammo e partimmo. Tre aeroplani americani mi scortarono per circa un'ora di strada, obbedendo ad un gentile pensiero del comandante dell'aviazione.
   Il tempo, che era abbastanza buono a Manilla, fu cattivo durante la rotta, peggiorando sempre. Vento e raffiche e piovaschi. Io seguivo la costa, ma alle 10, aumentata di intensità la pioggia, fui costretto a scendere a quasi 10 metri sull'acqua, sempre seguendo la costa, finché alle 10.45 ritenni prudente di non continuare, causa'la scarsissima visibilità; planai allora nella piccola insenatura di Bolinao, dove si era anche fermato nei giorni precedenti VHeron, e detti fondo in prossimità di un villaggio che avevo riconosciuto dall'alto. A mezzo di una piccola imbarcazione mi recai a terra per avvisare telegraficamente della mia fermata e per domandare notizie sul tempo.
   Il paese era tutto allagato per la pioggia, tanto che per recarmi all'ufficio telegrafico dovetti passare a guado parecchie strade diventate torrenti; trovai poi un indigeno che mi portò a cavalcioni sulle spalle. Ma all'ufficio telegrafico non potei far nulla, poiché il cattivo tempo aveva rotto tutte le comunicazióni, ed i telegrammi venivano instradati per mezzo di un postino a cavallo verso un paese lontano circa 60 chilometri, e dove pareva che il telegrafo funzionasse ancora.
   All'una me ne tornai a bordo, tutto fradicio, senza aver nulla concluso. Decisi di proseguire. La manovra di partenza non fu facile, perchè si era spezzato un tubo di immissione della benzina per la messa in marcia, ed occorse qualche tempo per ripararlo. All'una e mezzo ero di nuovo in aria.
   Il tempo era diventato chiaro verso Nord, ed effettivamente, per quanto incontrassi altri piovaschi sulla rotta e un po' di nebbia, ebbi nel resto un viaggio abbastanza buono, e alle 15.35 planai ad Aparri, sul fiume, in prossimità dell'Aero», che era arrivato la stessa mattina.
   Essendomi accorto durante il viaggio che l'elica dava alcune leggere vibrazioni, volevo smontarla per regolarla nuovamente e